Post militiam, studiis absolutis, postulavit ut illam Congregationem ingredi
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Acta Benedicti Pp. XVI 237
VI
In celebratione Vigiliae Paschalis.*
Cari fratelli e sorelle!
Nel suo discorso d'addio, Gesù ha annunciato ai discepoli la sua imminen-
te morte e risurrezione con una frase misteriosa. Dice: « Vado e vengo da
voi ».1 Il morire è un andare via. Anche se il corpo del deceduto rimane ancora
- egli personalmente è andato via verso l'ignoto e noi non possiamo seguir-
lo.2 Ma nel caso di Gesù c'è una novità unica che cambia il mondo. Nella
nostra morte l'andare via è una cosa definitiva, non c'è ritorno. Gesù, invece,
dice della sua morte: « Vado e vengo da voi ». Proprio nell'andare via, Egli
viene. Il suo andare inaugura un modo tutto nuovo e più grande della sua
presenza. Col suo morire Egli entra nell'amore del Padre. Il suo morire è un
atto d'amore. L'amore, però, è immortale. Per questo il suo andare via si
trasforma in un nuovo venire, in una forma di presenza che giunge più nel
profondo e non finisce più. Nella sua vita terrena Gesù, come tutti noi, era
legato alle condizioni esterne dell'esistenza corporea: a un determinato luogo
e a un determinato tempo. La corporeità pone dei limiti alla nostra esistenza.
Non possiamo essere contemporaneamente in due luoghi diversi. Il nostro
tempo è destinato a finire. E tra l'io e il tu c'è il muro dell'alterità. Certo,
nell'amore possiamo in qualche modo entrare nell'esistenza dell'altro. Rima-
ne, tuttavia, la barriera invalicabile dell'essere diversi. Gesù, invece, che ora
mediante l'atto dell'amore è totalmente trasformato, è libero da tali barriere
e limiti. Egli è in grado di passare non solo attraverso le porte esteriori chiuse,
come ci raccontano i Vangeli.3 Può passare attraverso la porta interiore tra
l'io e il tu, la porta chiusa tra l'ieri e l'oggi, tra il passato ed il domani.
Quando, nel giorno del suo ingresso solenne in Gerusalemme, un gruppo di
Greci aveva chiesto di vederLo, Gesù aveva risposto con la parabola del
chicco di grano che, per portare molto frutto, deve passare attraverso la
morte. Con ciò aveva predetto il proprio destino: non voleva allora sempli-
cemente parlare con questo o quell'altro Greco per qualche minuto. Attra-
* Die 22 Martii 2008. 1 Gv 14, 28. 2 Cfr Gv 13, 36. 3 Cfr Gv 20, 19.