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Acta Benedicti Pp. XVI 861
guardando all'esempio di Gesù e degli Apostoli, che Egli chiamò innanzitutto
perché « stessero con Lui ».4 Condizione indispensabile perché produca frutti di
bene è infatti che il sacerdote resti unito al Signore; sta qui il segreto della
fecondità del suo ministero: soltanto se incorporato a Cristo, vera Vite, porta
frutto. La missione di un presbitero e, a maggior ragione, quella di un Ve-
scovo, comporta oggi una mole di lavoro che tende ad assorbirlo continua-
mente e totalmente. Le difficoltà aumentano e le incombenze vanno molti-
plicandosi, anche perché si è posti di fronte a realtà nuove e ad accresciute
esigenze pastorali. Tuttavia, l'attenzione ai problemi di ogni giorno e le ini-
ziative tese a condurre gli uomini sulla via di Dio non devono mai distrarci
dall'unione intima e personale con Cristo. L'essere a disposizione della gente
non deve diminuire o offuscare la nostra disponibilità verso il Signore. Il
tempo che il sacerdote e il Vescovo consacrano a Dio nella preghiera è sempre
quello meglio impiegato, perché la preghiera è l'anima dell'attività pastorale,
la « linfa » che ad essa infonde forza, è il sostegno nei momenti di incertezza e
di scoraggiamento e la sorgente inesauribile di fervore missionario e di amore
fraterno verso tutti.
Al centro della vita sacerdotale c'è l'Eucaristia. Nell'Esortazione Aposto-
lica Sacramentum caritatis ho sottolineato come « la Santa Messa è formativa
nel senso più profondo del termine, in quanto promuove la conformazione a
Cristo e rinsalda il sacerdote nella sua vocazione ».5 La celebrazione eucari-
stica illumini dunque tutta la vostra giornata e quella dei vostri sacerdoti,
imprimendo la sua grazia e il suo influsso spirituale sui momenti tristi o
gioiosi, agitati o riposanti, di azione o di contemplazione. Un modo privile-
giato di prolungare nella giornata la misteriosa azione santificante dell'Eu-
caristia è la devota recita della Liturgia delle Ore, come pure l'adorazione
eucaristica, la lectio divina e la preghiera contemplativa del Rosario. Il Santo
Curato d'Ars ci insegna quanto siano preziose l'immedesimazione del sacer-
dote al Sacrificio eucaristico e l'educazione dei fedeli alla presenza eucaristica
e alla comunione. Con la Parola e i Sacramenti - ho ricordato nella Lettera ai
Sacerdoti - san Giovanni Maria Vianney ha edificato il suo popolo. Il Vicario
Generale della diocesi di Belley, al momento della nomina a parroco di Ars,
gli aveva detto: « Non c'è molto amore di Dio in quella parrocchia, ma voi ce
lo metterete! ». E quella parrocchia fu trasformata.
4 Mc 3, 14. 5 N. 80.