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riconosciamo la continua presenza del suo amore, che sempre di nuovo ci
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Tutto sembra perduto, l'amicizia subito, fin dall'inizio, già spezzata. Eppure,
nonostante questo gravissimo peccato del popolo, Dio, per intercessione di
Mosè, decide di perdonare ed invita Mosè a risalire sul monte per ricevere di
nuovo la sua legge, i dieci Comandamenti e rinnovare il patto. Mosè chiede
allora a Dio di rivelarsi, di fargli vedere il suo volto. Ma Dio non mostra il
volto, rivela piuttosto il suo essere pieno di bontà con queste parole: « Il
Signore, Il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all'ira e ricco di amore
e di fedeltà ».1 E questo è il Volto di Dio. Questa auto-definizione di Dio
manifesta il suo amore misericordioso: un amore che vince il peccato, lo
copre, lo elimina. E possiamo essere sempre sicuri di questa bontà che non
ci lascia. Non ci può essere rivelazione più chiara. Noi abbiamo un Dio che
rinuncia a distruggere il peccatore e che vuole manifestare il suo amore in
maniera ancora più profonda e sorprendente proprio davanti al peccatore per
offrire sempre la possibilità della conversione e del perdono.
Il Vangelo completa questa rivelazione, che ascoltiamo nella prima lettu-
ra, perché indica fino a che punto Dio ha mostrato la sua misericordia.
L'evangelista Giovanni riferisce questa espressione di Gesù: «Dio ha tanto
amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui
non vada perduto, ma abbia la vita eterna ».2 Nel mondo c'è il male, c'è
egoismo, c'è cattiveria e Dio potrebbe venire per giudicare questo mondo,
per distruggere il male, per castigare coloro che operano nelle tenebre. Invece
Egli mostra di amare il mondo, di amare l'uomo, nonostante il suo peccato, e
invia ciò che ha di più prezioso: il suo Figlio unigenito. E non solo Lo invia,
ma ne fa dono al mondo. Gesù è il Figlio di Dio che è nato per noi, che è
vissuto per noi, che ha guarito i malati, perdonato i peccati, accolto tutti.
Rispondendo all'amore che viene dal Padre, il Figlio ha dato la sua stessa vita
per noi: sulla croce l'amore misericordioso di Dio giunge al culmine. Ed è sulla
croce che il Figlio di Dio ci ottiene la partecipazione alla vita eterna, che ci
viene comunicata con il dono dello Spirito Santo. Cosı̀, nel mistero della
croce, sono presenti le tre Persone divine: il Padre, che dona il suo Figlio
unigenito per la salvezza del mondo; il Figlio, che compie fino in fondo il
disegno del Padre; lo Spirito Santo - effuso da Gesù al momento della morte
- che viene a renderci partecipi della vita divina, a trasformare la nostra
esistenza, perché sia animata dall'amore divino.
1 Es 34, 8. 2 3, 16.