Anno mdcccxl missionariam eam in Foederatas Civitates Americae Septen-
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visto espressa l'essenza dell'illuminismo nel detto « sapere aude »: nel coraggio
del pensiero che non si lascia mettere in imbarazzo da alcun pregiudizio.
Ebbene, la capacità cognitiva dell'uomo, il suo dominio sulla materia me-
diante la forza del pensiero, ha fatto nel frattempo progressi allora inimma-
ginabili. Ma il potere dell'uomo, che gli è cresciuto nelle mani grazie alla
scienza, diventa sempre più un pericolo che minaccia l'uomo stesso e il mon-
do. La ragione orientata totalmente ad impadronirsi del mondo non accetta
più limiti. Essa è sul punto di trattare ormai l'uomo stesso come semplice
materia del suo produrre e del suo potere. La nostra conoscenza aumenta, ma
al contempo si registra un progressivo accecamento della ragione circa i
propri fondamenti; circa i criteri che le danno orientamento e senso. La fede
in quel Dio che è in persona la Ragione creatrice dell'universo deve essere
accolta dalla scienza in modo nuovo come sfida e chance. Reciprocamente,
questa fede deve riconoscere nuovamente la sua intrinseca vastità e la sua
propria ragionevolezza. La ragione ha bisogno del Logos che sta all'inizio ed è
la nostra luce; la fede, per parte sua, ha bisogno del colloquio con la ragione
moderna, per rendersi conto della propria grandezza e corrispondere alle
proprie responsabilità. È questo che ho cercato di evidenziare nella mia le-
zione a Regensburg. È una questione che non è affatto di natura soltanto
accademica; in essa si tratta del futuro di noi tutti.
A Regensburg il dialogo tra le religioni venne toccato solo marginalmente
e sotto un duplice punto di vista. La ragione secolarizzata non è in grado di
entrare in un vero dialogo con le religioni. Se resta chiusa di fronte alla
questione di Dio, questo finirà per condurre allo scontro delle culture. L'altro
punto di vista riguardava l'affermazione che le religioni devono incontrarsi
nel compito comune di porsi al servizio della verità e quindi dell'uomo. La
visita in Turchia mi ha offerto l'occasione di illustrare anche pubblicamente il
mio rispetto per la Religione islamica, un rispetto, del resto, che il Concilio
Vaticano II 10 ci ha indicato come atteggiamento doveroso. Vorrei in questo
momento esprimere ancora una volta la mia gratitudine verso le Autorità
della Turchia e verso il popolo turco, che mi ha accolto con un'ospitalità cosı̀
grande e mi ha offerto giorni indimenticabili di incontro. In un dialogo da
intensificare con l'Islam dovremo tener presente il fatto che il mondo musul-
mano si trova oggi con grande urgenza davanti a un compito molto simile a
10 Cfr Dich. Nostra Aetate, 3.