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et constantia perseveravit, ut omni ope ac studio in proximum spem instillaret,
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sta contro il vero Dio e la falsificazione dell'immagine di Dio con un altro Dio,
«mammona ». Dobbiamo farlo con coraggio ma anche con concretezza. Perché
i grandi moralismi non aiutano se non sono sostanziati con conoscenze delle
realtà, che aiutano anche a capire che cosa si può in concreto fare per cam-
biare man mano la situazione. E, naturalmente, per poterlo fare è necessaria
la conoscenza di questa verità e la buona volontà di tutti.
Qui siamo al punto forte: esiste realmente il peccato originale? Se non
esistesse potremmo far appello alla ragione lucida, con argomenti che a ognu-
no sono accessibili e incontestabili, e alla buona volontà che esiste in tutti.
Semplicemente cosı̀ potremmo andare avanti bene e riformare l'umanità. Ma
non è cosı̀: la ragione - anche la nostra - è oscurata, lo vediamo ogni giorno.
Perché l'egoismo, la radice dell'avarizia, sta nel voler soprattutto me stesso e
il mondo per me. Esiste in tutti noi. Questo è l'oscuramento della ragione:
essa può essere molto dotta, con argomenti scientifici bellissimi, e tuttavia è
oscurata da false premesse. Cosı̀ va con grande intelligenza e con grandi passi
avanti sulla strada sbagliata. Anche la volontà è, diciamo, curvata, dicono i
Padri: non è semplicemente disponibile a fare il bene ma cerca soprattutto se
stesso o il bene del proprio gruppo. Perciò trovare realmente la strada della
ragione, della ragione vera, è già una cosa non facile e si sviluppa difficilmen-
te in un dialogo. Senza la luce della fede, che entra nelle tenebre del peccato
originale, la ragione non può andare avanti. Ma proprio la fede trova poi la
resistenza della nostra volontà. Questa non vuol vedere la strada, che costi-
tuirebbe anche una strada di rinuncia a se stessi e di una correzione della
propria volontà in favore dell'altro e non per se stessi.
Perciò occorre, direi, la denuncia ragionevole e ragionata degli errori, non
con grandi moralismi, ma con ragioni concrete che si fanno comprensibili nel
mondo dell'economia di oggi. La denuncia di questo è importante, è un
mandato per la Chiesa da sempre. Sappiamo che nella nuova situazione crea-
tasi con il mondo industriale, la dottrina sociale della Chiesa, cominciando da
Leone XIII, cerca di fare queste denunce - e non solo le denunce, che non
sono sufficienti - ma anche di mostrare le strade difficili dove, passo per
passo, si esige l'assenso della ragione e l'assenso della volontà, insieme alla
correzione della mia coscienza, alla volontà di rinunciare in un certo senso a
me stesso per poter collaborare a quello che è il vero scopo della vita umana,
dell'umanità.
Detto questo, la Chiesa ha sempre il compito di essere vigilante, di cercare
essa stessa con le migliori forze che ha le ragioni del mondo economico, di