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per Servi Dei intercessionem a Deo patrato, affirmativum prolatum est res-
in civitate quae tunc sub nomine Portus Principis erat, hodie vero Cama-
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dere uno spogliamento totale, che comunque non basta; merita una vita
intera vissuta « secondo la forma del santo Vangelo ».6
E qui veniamo al punto che sicuramente sta al centro di questo nostro
incontro. Lo riassumerei cosı̀: il Vangelo come regola di vita. « La Regola e vita
dei frati minori è questa, cioè osservare il santo Vangelo del Signore nostro
Gesù Cristo »: cosı̀ scrive Francesco all'inizio della Regola bollata.7 Egli com-
prese se stesso interamente alla luce del Vangelo. Questo è il suo fascino.
Questa la sua perenne attualità. Tommaso da Celano riferisce che il Poverello
« portava sempre nel cuore Gesù. Gesù sulle labbra, Gesù nelle orecchie, Gesù
negli occhi, Gesù nelle mani, Gesù in tutte le altre membra... Anzi, trovandosi
molte volte in viaggio e meditando o cantando Gesù, scordava di essere in
viaggio e si fermava ad invitare tutte le creature alla lode di Gesù ».8 Cosı̀ il
Poverello è diventato un vangelo vivente, capace di attirare a Cristo uomini e
donne di ogni tempo, specialmente i giovani, che preferiscono la radicalità
alle mezze misure. Il Vescovo di Assisi Guido e poi il Papa Innocenzo III
riconobbero nel proposito di Francesco e dei suoi compagni l'autenticità
evangelica, e seppero incoraggiarne l'impegno in vista anche del bene della
Chiesa universale.
Viene spontanea qui una riflessione: Francesco avrebbe potuto anche non
venire dal Papa. Molti gruppi e movimenti religiosi si andavano formando in
quell'epoca, e alcuni di essi si contrapponevano alla Chiesa come istituzione, o
per lo meno non cercavano la sua approvazione. Sicuramente un atteggia-
mento polemico verso la Gerarchia avrebbe procurato a Francesco non pochi
seguaci. Invece egli pensò subito a mettere il cammino suo e dei suoi compa-
gni nelle mani del Vescovo di Roma, il Successore di Pietro. Questo fatto
rivela il suo autentico spirito ecclesiale. Il piccolo « noi » che aveva iniziato con
i suoi primi frati lo concepı̀ fin dall'inizio all'interno del grande « noi » della
Chiesa una e universale. E il Papa questo riconobbe e apprezzò. Anche il
Papa, infatti, da parte sua, avrebbe potuto non approvare il progetto di vita
di Francesco. Anzi, possiamo ben immaginare che, tra i collaboratori di In-
nocenzo III, qualcuno lo abbia consigliato in tal senso, magari proprio te-
mendo che quel gruppetto di frati assomigliasse ad altre aggregazioni ereticali
e pauperiste del tempo. Invece il Romano Pontefice, ben informato dal Ve-
scovo di Assisi e dal Cardinale Giovanni di San Paolo, seppe discernere l'ini-
ziativa dello Spirito Santo e accolse, benedisse ed incoraggiò la nascente
comunità dei « frati minori ».
6 2 Test., 14: Fonti Francescane, 116. 7 Rb, 1: FF, 75. 8 1 Cel, II, 9, 115: FF, 115.