Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale370
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Congregatio pro Doctrina Fidei 421
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Congregatio pro Doctrina Fidei 423
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die 25 Iunii. - Cathedrali Ecclesiae Villaricensi Spiritus Sancti,
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ragione e non nutre la fede, ma oscura la presenza di Dio nel mondo. Poi, c'è
una teologia che vuole conoscere di più per amore dell'amato, è stimolata
dall'amore e guidata dall'amore, vuole conoscere di più l'amato. E questa è la
vera teologia, che viene dall'amore di Dio, di Cristo e vuole entrare più
profondamente in comunione con Cristo. In realtà, le tentazioni, oggi, sono
grandi; soprattutto, si impone la cosiddetta « visione moderna del mondo »,2
che diventa il criterio di quanto sarebbe possibile o impossibile. E cosı̀, pro-
prio con questo criterio che tutto è come sempre, che tutti gli avvenimenti
storici sono dello stesso genere, si esclude proprio la novità del Vangelo, si
esclude l'irruzione di Dio, la vera novità che è la gioia della nostra fede. Che
cosa fare? Io direi prima di tutto ai teologi: abbiate coraggio. E vorrei dire un
grande grazie anche ai tanti teologi che fanno un buon lavoro. Ci sono gli
abusi, lo sappiamo, ma in tutte le parti del mondo ci sono tanti teologi che
vivono veramente della Parola di Dio, si nutrono della meditazione, vivono la
fede della Chiesa e vogliono aiutare affinché la fede sia presente nel nostro
oggi. A questi teologi vorrei dire un grande « grazie ». E direi ai teologi in
generale: « non abbiate paura di questo fantasma della scientificità! ». Io seguo
la teologia dal '46; ho incominciato a studiare la teologia nel gennaio '46 e
quindi ho visto quasi tre generazioni di teologi, e posso dire: le ipotesi che in
quel tempo, e poi negli anni Sessanta e Ottanta erano le più nuove, assolu-
tamente scientifiche, assolutamente quasi dogmatiche, nel frattempo sono
invecchiate e non valgono più! Molte di loro appaiono quasi ridicole. Quindi,
avere il coraggio di resistere all'apparente scientificità, di non sottomettersi a
tutte le ipotesi del momento, ma pensare realmente a partire dalla grande
fede della Chiesa, che è presente in tutti i tempi e ci apre l'accesso alla verità.
Soprattutto, anche, non pensare che la ragione positivistica, che esclude il
trascendente - che non può essere accessibile - sia la vera ragione! Questa
ragione debole, che presenta solo le cose sperimentabili, è realmente una
ragione insufficiente. Noi teologi dobbiamo usare la ragione grande, che è
aperta alla grandezza di Dio. Dobbiamo avere il coraggio di andare oltre il
positivismo alla questione delle radici dell'essere. Questo mi sembra di grande
importanza. Quindi, occorre avere il coraggio della grande, ampia ragione,
avere l'umiltà di non sottomettersi a tutte le ipotesi del momento, vivere
della grande fede della Chiesa di tutti i tempi. Non c'è una maggioranza
contro la maggioranza dei Santi: la vera maggioranza sono i Santi nella
2 Bultmann, "modernes Weltbild".