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compito di discernimento delle presunte apparizioni e rivelazioni, messaggi e
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chiese che sono nel mondo, perché con la tua santa croce hai redento il
mondo ».
Rapiti dall'amore di Cristo! Non si sale a La Verna senza lasciarsi guidare
dalla preghiera di san Francesco dell'absorbeat, che recita: «Rapisca, ti prego
o Signore, l'ardente e dolce forza del tuo amore la mente mia da tutte le cose
che sono sotto il cielo, perché io muoia per amore dell'amor tuo, come tu ti sei
degnato di morire per amore dell'amor mio ».3 La contemplazione del Croci-
fisso è opera della mente, ma non riesce a librarsi in alto senza il supporto,
senza la forza dell'amore. In questo stesso luogo, Fra' Bonaventura da Ba-
gnoregio, insigne figlio di san Francesco, progettò il suo Itinerarium mentis in
Deum indicandoci la via da percorrere per avviarsi verso le vette dove incon-
trare Dio. Questo grande Dottore della Chiesa ci comunica la sua stessa
esperienza, invitandoci alla preghiera. Anzitutto la mente va rivolta alla
Passione del Signore, perché è il sacrificio della Croce che cancella il nostro
peccato, una mancanza che può essere colmata solo dall'amore di Dio: « Esor-
to il lettore - egli scrive -, prima di tutto al gemito della preghiera per il
Cristo crocifisso, il cui sangue deterge le macchie delle nostre colpe ».4 Ma, per
avere efficacia, la nostra orazione ha bisogno delle lacrime, cioè del coinvol-
gimento interiore, del nostro amore che risponda all'amore di Dio. Ed è poi
necessaria quella admiratio, che san Bonaventura vede negli umili del Van-
gelo, capaci di stupore davanti all'opera salvifica di Cristo. Ed è proprio
l'umiltà la porta di ogni virtù. Non è infatti con l'orgoglio intellettuale della
ricerca chiusa in se stessa che è possibile raggiungere Dio, ma con l'umiltà,
secondo una celebre espressione di san Bonaventura: « [l'uomo] non creda che
gli basti la lettura senza l'unzione, la speculazione senza la devozione, la
ricerca senza l'ammirazione, la considerazione senza l'esultanza, l'industria
senza la pietà, la scienza senza la carità, l'intelligenza senza l'umiltà, lo studio
senza la grazia divina, lo specchio senza la sapienza divinamente ispirata ».5
La contemplazione del Crocifisso ha una straordinaria efficacia, perché ci
fa passare dall'ordine delle cose pensate, all'esperienza vissuta; dalla salvezza
sperata, alla patria beata. San Bonaventura afferma: « Colui che guarda at-
tentamente [il Crocifisso] ... compie con lui la pasqua, cioè il passaggio ».6
Questo è il cuore dell'esperienza della Verna, dell'esperienza che qui fece il
3 Preghiera ''absorbeat'', 1: FF, 277. 4 Itinerarium mentis in Deum, Prol. 4. 5 Ibidem. 6 Ibid., VII, 2.