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VII
In liturgia verbi Domini in Basilica S. Bartholomaei in Insula, in memoria
"Novorum martyrum" XX et XXI saeculi.
Siamo venuti pellegrini in questa Basilica di San Bartolomeo all'Isola
Tiberina, dove la storia antica del martirio si unisce alla memoria dei nuovi
martiri, dei tanti cristiani uccisi dalle folli ideologie del secolo scorso - e
anche oggi - e uccisi solo perché discepoli di Gesù.
Il ricordo di questi eroici testimoni antichi e recenti ci conferma nella
consapevolezza che la Chiesa è Chiesa se è Chiesa di martiri. E i martiri
sono coloro che, come ci ha ricordato il Libro dell'Apocalisse, « vengono dalla
grande tribolazione e hanno lavato le loro vesti, rendendole candide nel
sangue dell'Agnello ».1 Essi hanno avuto la grazia di confessare Gesù fino alla
fine, fino alla morte. Loro soffrono, loro danno la vita, e noi riceviamo la
benedizione di Dio per la loro testimonianza. E ci sono anche tanti martiri
nascosti, quegli uomini e quelle donne fedeli alla forza mite dell'amore, alla
voce dello Spirito Santo, che nella vita di ogni giorno cercano di aiutare i
fratelli e di amare Dio senza riserve.
Se guardiamo bene, la causa di ogni persecuzione è l'odio: l'odio del
principe di questo mondo verso quanti sono stati salvati e redenti da Gesù
con la sua morte e con la sua risurrezione. Nel brano del Vangelo che ab-
biamo ascoltato2 Gesù usa una parola forte e spaventosa: la parola "odio".
Lui, che è il maestro dell'amore, al quale piaceva tanto parlare di amore,
parla di odio. Ma Lui voleva sempre chiamare le cose con il loro nome. E
ci dice: "Non spaventatevi! Il mondo vi odierà; ma sappiate che prima di
voi ha odiato me".
Gesù ci ha scelti e ci ha riscattati, per un dono gratuito del suo amore.
Con la sua morte e risurrezione ci ha riscattati dal potere del mondo, dal
potere del diavolo, dal potere del principe di questo mondo. E l'origine
dell'odio è questa: poiché noi siamo salvati da Gesù, e il principe del mondo
questo non lo vuole, egli ci odia e suscita la persecuzione, che dai tempi di
* Die 22 Aprilis 2017. 1 7, 17. 2 Cfr Gv 15, 12-19.