Anno mdcccxl missionariam eam in Foederatas Civitates Americae Septen-
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quello che ai cristiani fu imposto a partire dai tempi dell'illuminismo e che il
Concilio Vaticano II, come frutto di una lunga ricerca faticosa, ha portato a
soluzioni concrete per la Chiesa cattolica. Si tratta dell'atteggiamento che la
comunità dei fedeli deve assumere di fronte alle convinzioni e alle esigenze
affermatesi nell'illuminismo. Da una parte, ci si deve contrapporre a una
dittatura della ragione positivista che esclude Dio dalla vita della comunità
e dagli ordinamenti pubblici, privando cosı̀ l'uomo di suoi specifici criteri di
misura. D'altra parte, è necessario accogliere le vere conquiste dell'illumini-
smo, i diritti dell'uomo e specialmente la libertà della fede e del suo esercizio,
riconoscendo in essi elementi essenziali anche per l'autenticità della religione.
Come nella comunità cristiana c'è stata una lunga ricerca circa la giusta
posizione della fede di fronte a quelle convinzioni - una ricerca che certa-
mente non sarà mai conclusa definitivamente - cosı̀ anche il mondo islamico
con la propria tradizione sta davanti al grande compito di trovare a questo
riguardo le soluzioni adatte. Il contenuto del dialogo tra cristiani e musulma-
ni sarà in questo momento soprattutto quello di incontrarsi in questo impe-
gno per trovare le soluzioni giuste. Noi cristiani ci sentiamo solidali con tutti
coloro che, proprio in base alla loro convinzione religiosa di musulmani,
s'impegnano contro la violenza e per la sinergia tra fede e ragione, tra reli-
gione e libertà. In questo senso, i due dialoghi di cui ho parlato si compene-
trano a vicenda.
Ad Istanbul, infine, ho potuto vivere ancora una volta ore felici di vicinanza
ecumenica nell'incontro con il Patriarca ecumenico Bartholomaios I. Giorni fa
egli mi ha scritto una lettera le cui parole di gratitudine provenienti dal profondo
del cuore mi hanno reso di nuovo molto presente l'esperienza di comunione di
quei giorni. Abbiamo sperimentato di essere fratelli non soltanto sulla base di
parole e di eventi storici, ma dal profondo dell'animo; di essere uniti dalla fede
comune degli Apostoli fin dentro il nostro pensiero e sentimento personale.
Abbiamo fatto l'esperienza di un'unità profonda nella fede e pregheremo il
Signore ancora più insistentemente affinché ci doni presto anche la piena unità
nella comune frazione del Pane. La mia profonda gratitudine e la mia preghiera
fraterna si rivolgono in quest'ora al Patriarca Bartholomaios e ai suoi fedeli
come anche alle diverse comunità cristiane che ho potuto incontrare ad Istanbul.
Speriamo e preghiamo che la libertà religiosa, che corrisponde alla natura intima
della fede ed è riconosciuta nei principi della costituzione turca, trovi nelle forme