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et constantia perseveravit, ut omni ope ac studio in proximum spem instillaret,
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gerai la città? forse ci sono cinquanta giusti, forse dieci giusti. E dieci giusti
sono sufficienti per far sopravvivere la città. Ora, se mancano dieci giusti, con
tutta la dottrina economica, la società non sopravvive. Perciò dobbiamo fare
il necessario per educare e garantire almeno dieci giusti, ma se possibile molti
di più. Proprio con il nostro annuncio facciamo sı̀ che ci siano tanti giusti, che
sia realmente presente la giustizia nel mondo.
Come effetto, i due livelli sono inseparabili. Se, da una parte, non annun-
ciamo la macrogiustizia quella micro non cresce. Ma, d'altra parte, se non
facciamo il lavoro molto umile della microgiustizia anche quella macro non
cresce. E sempre, come ho detto nella mia prima Enciclica, con tutti i sistemi
che possono crescere nel mondo, oltre la giustizia che cerchiamo rimane ne-
cessaria la carità. Aprire i cuori alla giustizia e alla carità è educare alla fede, è
guidare a Dio.
Santo Padre, sono Don Marco Valentini, vicario presso la parrocchia San-
t'Ambrogio. Quando ero in formazione non mi rendevo conto, come ora, dell'im-
portanza della liturgia. Certamente le celebrazioni non mancavano, ma non
capivo molto come essa sia « il culmine verso cui tende l'azione della Chiesa e
la fonte da cui promana tutta la sua energia ».2 La consideravo, piuttosto, un fatto
tecnico per la buona riuscita di una celebrazione o una pratica pia e non piuttosto
un contatto con il mistero che salva, un lasciarsi conformare a Cristo per essere
luce del mondo, una fonte di teologia, un mezzo per realizzare la tanto auspicata
integrazione tra ciò che si studia e la vita spirituale. D'altro canto pensavo che la
liturgia non fosse strettamente necessaria per essere cristiani o salvi e che bastasse
sforzarsi di mettere in pratica le Beatitudini. Ora mi chiedo cosa sarebbe la carità
senza la liturgia e se senza di essa la nostra fede non si ridurrebbe ad una morale,
un'idea, una dottrina, un fatto del passato e noi sacerdoti non sembreremmo più
insegnanti o consiglieri che mistagoghi che introducano le persone nel mistero. La
stessa Parola di Dio è un annuncio che si realizza nella liturgia e che con essa ha
un rapporto sorprendente: Sacrosanctum Concilium 6; Praenotanda del Lezio-
nario 4 e 10. E pensiamo anche al brano di Emmaus o del funzionario etiope.3
Perciò arrivo alla domanda. Senza nulla togliere alla formazione umana, filo-
sofica, psicologica, nelle università e nei seminari, vorrei capire se la nostra
specificità non richieda una maggiore formazione liturgica, oppure se l'attuale
prassi e struttura degli studi già soddisfino sufficientemente la Costituzione
2 Sacrosanctum Concilium, 10. 3 Atti degli Apostoli, 8.