336 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
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372 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
374 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
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390 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
392 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
394 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
396 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
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398 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
Congregatio de Causis Sanctorum 399
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Congregatio de Causis Sanctorum 401
402 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
Congregatio de Causis Sanctorum 403
404 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
Congregatio de Causis Sanctorum 405
406 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
Congregatio de Causis Sanctorum 407
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Congregatio de Causis Sanctorum 409
410 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
Congregatio de Causis Sanctorum 411
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Congregatio de Causis Sanctorum 413
414 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
Congregatio de Causis Sanctorum 415
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Congregatio de Causis Sanctorum 417
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Congregatio de Causis Sanctorum 419
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discernere le strade della speranza - questo è il vostro compito: discernere
le strade della speranza -, identificare i percorsi concreti per far sì che
i passi significativi fin qui compiuti non abbiano a disperdersi, ma siano
pegno di un cammino lungo e fruttuoso.
L'Europa ritrova speranza quando l'uomo è il centro e il cuore delle
sue istituzioni. Ritengo che ciò implichi l'ascolto attento e fiducioso delle
istanze che provengono tanto dai singoli, quanto dalla società e dai popoli
che compongono l'Unione. Purtroppo, si ha spesso la sensazione che sia
in atto uno "scollamento affettivo" fra i cittadini e le Istituzioni europee,
sovente percepite lontane e non attente alle diverse sensibilità che costitui-
scono l'Unione. Affermare la centralità dell'uomo significa anche ritrovare
lo spirito di famiglia, in cui ciascuno contribuisce liberamente secondo le
proprie capacità e doti alla casa comune. È opportuno tenere presente che
l'Europa è una famiglia di popoli 14 e - come in ogni buona famiglia - ci
sono suscettibilità differenti, ma tutti possono crescere nella misura in cui
si è uniti. L'Unione Europea nasce come unità delle differenze e unità nelle
differenze. Le peculiarità non devono perciò spaventare, né si può pensare
che l'unità sia preservata dall'uniformità. Essa è piuttosto l' armonia di una
comunità. I Padri fondatori scelsero proprio questo termine come cardine
delle entità che nascevano dai Trattati, ponendo l'accento sul fatto che si
mettevano in comune le risorse e i talenti di ciascuno. Oggi l'Unione Eu-
ropea ha bisogno di riscoprire il senso di essere anzitutto "comunità" di
persone e di popoli consapevole che « il tutto è più della parte, ed è anche
più della loro semplice somma »15 e dunque che « bisogna sempre allargare lo
sguardo per riconoscere un bene più grande che porterà benefici a tutti ».16
I Padri fondatori cercavano quell'armonia nella quale il tutto è in ognuna
delle parti, e le parti sono - ciascuna con la propria originalità - nel tutto.
L'Europa ritrova speranza nella solidarietà, che è anche il più efficace
antidoto ai moderni populismi. La solidarietà comporta la consapevolezza
di essere parte di un solo corpo e nello stesso tempo implica la capacità
che ciascun membro ha di "simpatizzare" con l'altro e con il tutto. Se uno
soffre, tutti soffrono (cfr 1 Cor 12, 26). Così anche noi oggi piangiamo con
il Regno Unito le vittime dell'attentato che ha colpito Londra due giorni
14 Cfr Discorso al Parlamento Europeo, Strasburgo, 25 novembre 2014: AAS 106 (2014), 1000. 15 Esort. ap. Evangelii gaudium, 235. 16 Ibid.