Post militiam, studiis absolutis, postulavit ut illam Congregationem ingredi
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Acta Benedicti Pp. XVI 243
sacerdozio come dono ed impegno di tutta la vita. Con Lui visse e con Lui
volle anche morire. E tutto ciò attraverso la singolare mediazione di Maria
Santissima, Madre della Chiesa, Madre del Redentore intimamente e fattiva-
mente associata al suo mistero salvifico di morte e risurrezione.
Ci guidano in questa riflessione rievocativa le Letture bibliche appena
proclamate: « Non abbiate paura, voi! ».2 Le parole dell'angelo della risurre-
zione, rivolte alle donne presso il sepolcro vuoto, che ora abbiamo ascoltato,
sono diventate una specie di motto sulle labbra del Papa Giovanni Paolo II,
fin dal solenne inizio del suo ministero petrino. Le ha ripetute più volte alla
Chiesa e all'umanità in cammino verso il 2000, e poi attraverso quello storico
traguardo e ancora oltre, all'alba del terzo millennio. Le ha pronunciate
sempre con inflessibile fermezza, dapprima brandendo il bastone pastorale
culminante nella Croce e poi, quando le energie fisiche andavano scemando,
quasi aggrappandosi ad esso, fino a quell'ultimo Venerdı̀ Santo, in cui parte-
cipò alla Via Crucis dalla Cappella privata stringendo tra le braccia la Croce.
Non possiamo dimenticare quella sua ultima e silenziosa testimonianza di
amore a Gesù. Anche quella eloquente scena di umana sofferenza e di fede,
in quell'ultimo Venerdı̀ Santo, indicava ai credenti e al mondo il segreto di
tutta la vita cristiana. Il suo « Non abbiate paura » non era fondato sulle forze
umane, né sui successi ottenuti, ma solamente sulla Parola di Dio, sulla Croce
e sulla Risurrezione di Cristo. Via via che egli veniva spogliato di tutto, da
ultimo anche della stessa parola, questo affidamento a Cristo è apparso con
crescente evidenza. Come accadde a Gesù, pure per Giovanni Paolo II alla
fine le parole hanno lasciato il posto all'estremo sacrificio, al dono di sé. E la
morte è stata il sigillo di un'esistenza tutta donata a Cristo, a Lui conformata
anche fisicamente nei tratti della sofferenza e dell'abbandono fiducioso nella
braccia del Padre celeste. « Lasciate che vada al Padre », queste - testimonia
chi gli fu vicino - furono le sue ultime parole, a compimento di una vita
totalmente protesa a conoscere e contemplare il volto del Signore.
Venerati e cari fratelli, vi ringrazio tutti per esservi uniti a me in questa
santa Messa di suffragio per l'amato Giovanni Paolo II. Un pensiero parti-
colare rivolgo ai partecipanti al primo Congresso mondiale sulla Divina Mi-
sericordia, che inizia proprio oggi, e che intende approfondire il suo ricco
magistero su questo tema. La misericordia di Dio - lo disse egli stesso -
2 Mt 28, 5.