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per Servi Dei intercessionem a Deo patrato, affirmativum prolatum est res-
in civitate quae tunc sub nomine Portus Principis erat, hodie vero Cama-
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fece simile agli uomini ».3 Queste indicazioni, molto necessarie per una corret-
ta interpretazione di carattere storico-letterario come prima dimensione di
ogni esegesi, richiedono poi un collegamento con le premesse della dottrina
sull'ispirazione e verità della Sacra Scrittura. Infatti, essendo la Scrittura
ispirata, c'è un sommo principio di retta interpretazione senza il quale gli
scritti sacri resterebbero lettera morta, solo del passato: la Sacra Scrittura
deve « essere letta e interpretata con l'aiuto dello stesso Spirito mediante il
quale è stata scritta ».4
Al riguardo, il Concilio Vaticano II indica tre criteri sempre validi per una
interpretazione della Sacra Scrittura conforme allo Spirito che l'ha ispirata.
Anzitutto occorre prestare grande attenzione al contenuto e all'unità di tutta
la Scrittura: solo nella sua unità è Scrittura. Infatti, per quanto siano diffe-
renti i libri che la compongono, la Sacra Scrittura è una in forza dell'unità del
disegno di Dio, del quale Cristo Gesù è il centro e il cuore.5 In secondo luogo
occorre leggere la Scrittura nel contesto della tradizione vivente di tutta la
Chiesa. Secondo un detto di Origene, «Sacra Scriptura principalius est in corde
Ecclesiae quam in materialibus instrumentis scripta » ossia « la Sacra Scrittura è
scritta nel cuore della Chiesa prima che su strumenti materiali ». Infatti la
Chiesa porta nella sua Tradizione la memoria viva della Parola di Dio ed è lo
Spirito Santo che le dona l'interpretazione di essa secondo il senso spirituale.6
Come terzo criterio è necessario prestare attenzione all'analogia della fede,
ossia alla coesione delle singole verità di fede tra di loro e con il piano comples-
sivo della Rivelazione e la pienezza della divina economia in esso racchiusa.
Il compito dei ricercatori che studiano con diversi metodi la Sacra Scrit-
tura è quello di contribuire secondo i suddetti principi alla più profonda
intelligenza ed esposizione del senso della Sacra Scrittura. Lo studio scienti-
fico dei testi sacri è importante, ma non è da solo sufficiente perché rispette-
rebbe solo la dimensione umana. Per rispettare la coerenza della fede della
Chiesa l'esegeta cattolico deve essere attento a percepire la Parola di Dio in
questi testi, all'interno della stessa fede della Chiesa. In mancanza di questo
imprescindibile punto di riferimento la ricerca esegetica resterebbe incomple-
ta, perdendo di vista la sua finalità principale, con il pericolo di essere ridotta
ad una lettura puramente letteraria, nella quale il vero Autore - Dio - non
appare più. Inoltre, l'interpretazione delle Sacre Scritture non può essere
soltanto uno sforzo scientifico individuale, ma deve essere sempre confronta-
ta, inserita e autenticata dalla tradizione vivente della Chiesa. Questa norma
3 Dei Verbum, 13. 4 Ibid., 12. 5 Cfr. Lc 24, 25-27; Lc 24, 44-46. 6 Cfr. Origene, Homiliae in Leviticum, 5, 5.