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Lo scienziato, come il tecnologo, è chiamato a "sapere" e "saper fare"
con sempre maggiore precisione e creatività nel campo di sua competenza e,
nello stesso tempo, a prendere decisioni responsabili sui passi da compiere
e su quelli di fronte ai quali fermarsi e imboccare una strada diversa. Il
principio di responsabilità è un cardine imprescindibile dell'agire dell'uomo,
che dei propri atti e delle proprie omissioni deve rispondere di fronte a se
stesso, agli altri e ultimamente a Dio. Le tecnologie, ancora più delle scienze,
mettono nelle mani dell'uomo un potere enorme e crescente. Il rischio grave
è quello che i cittadini, e talvolta anche coloro che li rappresentano e li go-
vernano, non avvertano pienamente la serietà delle sfide che si presentano,
la complessità dei problemi da risolvere, e il pericolo di usare male della
potenza che le scienze e le tecnologie della vita mettono nelle nostre mani.3
Quando poi l'intreccio tra potere tecnologico e potere economico si fa
più stretto, allora gli interessi possono condizionare gli stili di vita e gli
orientamenti sociali nella direzione del profitto di certi gruppi industriali e
commerciali, a detrimento delle popolazioni e delle nazioni più povere. Non è
facile giungere a un'armonica composizione delle diverse istanze scientifiche,
produttive, etiche, sociali, economiche e politiche, promuovendo uno svilup-
po sostenibile che rispetti la "casa comune". Tale armonica composizione
richiede umiltà, coraggio e apertura al confronto tra le diverse posizioni,
nella certezza che la testimonianza resa dagli uomini di scienza alla verità
e al bene comune contribuisce alla maturazione della coscienza civile.
A conclusione di questa riflessione, permettetemi di ricordare che le scien-
ze e le tecnologie sono fatte per l'uomo e per il mondo, non l'uomo e il mondo
per le scienze e le tecnologie. Esse siano al servizio di una vita dignitosa e
sana per tutti, nel presente e nel futuro, e rendano la nostra casa comune
più abitabile e solidale, più curata e custodita. Infine, incoraggio l'impegno
del vostro Comitato per avviare e sostenere processi di consenso tra gli
scienziati, i tecnologi, gli imprenditori e i rappresentanti delle Istituzioni,
e per individuare strategie di sensibilizzazione dell'opinione pubblica sulle
questioni poste dagli sviluppi delle scienze della vita e delle biotecnologie.
Il Signore benedica ciascuno di voi, le vostre famiglie e il vostro prezioso
lavoro. Vi assicuro il mio ricordo nella preghiera e confido che anche voi
lo farete per me. Grazie!
3 Cfr romano GuarDini, La fine dell'epoca moderna, Brescia 1987, pp. 80-81.