consecratae eminuit haud mediocri desiderio sanctitatis. Anno MDCCLXI vota
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die 28 Augusti. - Exc.mum R.P. Fridericum Rubwejanga, Episcopum
Acta Benedicti Pp. XVI 805
affascinata e un giorno ha detto: « Devo trovare la fonte da dove poteva
venire questa bellezza », e la donna si è convertita al Cristianesimo, alla fede
cattolica, perché aveva trovato che questa bellezza ha una fonte, e la fonte è
la presenza di Cristo nei cuori, è la rivelazione di Cristo in questo mondo.
Quindi, grandi feste della fede, della celebrazione liturgica, ma anche il dia-
logo personale con Cristo: Lui non sempre risponde, ma ci sono momenti in
cui realmente risponde. Poi l'amicizia, la compagnia della fede. Adesso, qui
riuniti a Loreto, vediamo come la fede unisce, l'amicizia crea una compagnia
di persone in cammino. E sentiamo che tutto questo non viene dal nulla, ma
realmente ha una fonte, che il Dio silenzioso è anche un Dio che parla, che si
rivela e soprattutto che noi stessi possiamo essere testimoni della sua presen-
za, che dalla nostra fede risulta realmente una luce anche per gli altri. Quindi
direi, da una parte dobbiamo accettare che in questo mondo Dio è silenzioso,
ma non essere sordi al suo parlare, al suo apparire in tante occasioni e vedia-
mo soprattutto nella Creazione, nella bella liturgia, nell'amicizia all'interno
della Chiesa, la presenza del Signore e, pieni della sua presenza, possiamo
anche noi dare luce agli altri. Cosı̀ vengo alla seconda o alla prima parte della
sua domanda: difficile parlare agli amici di oggi di Dio e forse ancora più
difficile che parlare della Chiesa, perché vedono in Dio solo il limite della
nostra libertà, un Dio di comandamenti, di divieti e nella Chiesa un'istitu-
zione che limita la nostra libertà, che ci impone delle proibizioni. Ma dobbia-
mo cercare di rendere visibile a loro la Chiesa viva, non questa idea di un
centro di potere nella Chiesa con queste etichette, ma le comunità di compa-
gnia nelle quali nonostante tutti i problemi della vita, che ci sono per tutti,
nasce la gioia di vivere. Qui mi viene in mente un terzo ricordo. Sono stato in
Brasile e nella Fazenda da Esperança, questa grande realtà dove i drogati
vengono curati e ritrovano la speranza, ritrovano la gioia di vivere e hanno
testimoniato che proprio lo scoprire che Dio c'è ha significato per loro la
guarigione dalla disperazione. Cosı̀ hanno capito che la loro vita ha un senso
e hanno ritrovato la gioia di essere in questo mondo, la gioia di affrontare i
problemi della vita umana. Quindi in ogni cuore umano nonostante tutti i
problemi che ci sono, c'è la sete di Dio e dove Dio scompare, scompare anche
il sole che dà luce e gioia. Questa sete di infinito che è nei nostri cuori si
dimostra proprio anche nella realtà della droga: l'uomo vuole allargare lo
spessore della vita, avere di più dalla vita, avere l'infinito, ma la droga è
una menzogna, una truffa, perché non allarga la vita, ma distrugge la vita.
Vera è la grande sete che ci parla di Dio e ci mette in cammino verso Dio, ma