pro Gentium Evangelizatione subicimus. Praeterea iubemus episcopalem se-
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comunità ecclesiali cristiane, ma si estende anche alla definizione dei rapporti
con le religioni e le culture del mondo. Lo stesso Concilio Vaticano II nella
Dichiarazione Dignitatis humanae sulla libertà religiosa afferma che « questa
unica vera religione sussiste nella Chiesa cattolica, alla quale il Signore Gesù
ha affidato il compito di diffonderla a tutti gli uomini ».3 La «Nota dottrinale
su alcuni aspetti dell'evangelizzazione » - l'altro Documento pubblicato dalla
vostra Congregazione nel dicembre 2007 -, a fronte del rischio di un persi-
stente relativismo religioso e culturale, ribadisce che la Chiesa, nel tempo del
dialogo tra le religioni e le culture, non si dispensa dalla necessità dell'evan-
gelizzazione e dell'attività missionaria verso i popoli, né cessa di chiedere agli
uomini di accogliere liberamente la salvezza offerta a tutte le genti. Il rico-
noscimento di elementi di verità e bontà nelle religioni del mondo e della
serietà dei loro sforzi religiosi, lo stesso colloquio e spirito di collaborazione
con esse per la difesa e la promozione della dignità della persona e dei valori
morali universali, non possono essere intesi come una limitazione del compito
missionario della Chiesa, che la impegna ad annunciare incessantemente Cri-
sto come la via, la verità e la vita.4
Vi invito inoltre, carissimi, a seguire con particolare attenzione i problemi
difficili e complessi della bioetica. Le nuove tecnologie biomediche, infatti,
interessano non soltanto alcuni medici e ricercatori specializzati, ma vengono
divulgate attraverso i moderni mezzi di comunicazione sociale, provocando
attese ed interrogativi in settori sempre più vasti della società. Il Magistero
della Chiesa certamente non può e non deve intervenire su ogni novità della
scienza, ma ha il compito di ribadire i grandi valori in gioco e di proporre ai
fedeli e a tutti gli uomini di buona volontà principi e orientamenti etico-
morali per le nuove questioni importanti. I due criteri fondamentali per il
discernimento morale in questo campo sono a) il rispetto incondizionato
dell'essere umano come persona, dal suo concepimento fino alla morte natu-
rale, b) il rispetto dell'originalità della trasmissione della vita umana attra-
verso gli atti propri dei coniugi. Dopo la pubblicazione nel 1987 dell'Istru-
zione Donum vitae, che aveva enunciato tali criteri, molti hanno criticato il
Magistero della Chiesa, denunciandolo come se fosse un ostacolo alla scienza e
al vero progresso dell'umanità. Ma i nuovi problemi connessi, ad esempio, con
il congelamento degli embrioni umani, con la riduzione embrionale, con la
diagnosi pre-impiantatoria, con le ricerche sulle cellule staminali embrionali e
3 N. 1. 4 Cfr Gv 14, 6.