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Congregatio de Causis Sanctorum 215
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et constantia perseveravit, ut omni ope ac studio in proximum spem instillaret,
Congregatio de Causis Sanctorum 219
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Congregatio de Causis Sanctorum 221
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Acta Benedicti Pp. XVI 197
ha parlato del ministero singolare e specifico del vescovo di Roma, il quale
presiede alla comunione universale della carità. Io le chiedo di continuare questa
riflessione allargandola alla Chiesa universale: qual è il carisma singolare della
Chiesa di Roma e quali sono le caratteristiche che la fanno, per un dono miste-
rioso della Provvidenza, unica al mondo? L'avere come vescovo il Papa della
Chiesa universale, cosa comporta nella sua missione, oggi in particolare? Non
vogliamo conoscere i nostri privilegi: una volta si diceva: Parochus in urbe,
episcopus in orbe; ma vogliamo sapere come vivere questo carisma, questo dono
di vivere come preti a Roma e cosa si aspetta lei da noi parroci romani.
Fra pochi giorni lei si recherà al Campidoglio per incontrare le autorità civili
di Roma e parlerà dei problemi materiali della nostra città: oggi le chiediamo di
parlare a noi dei problemi spirituali di Roma e della sua Chiesa. E, a proposito
della sua visita al Campidoglio, mi sono permesso di dedicarle un sonetto in
romanesco, chiedendole la compiacenza di ascoltarlo.
Er Papa che salisce al Campidojo / è un fatto che te lassa senza fiato / perché
'sta vorta sòrte for dar sojo, / pe creanza che tiè 'n bon vicinato. / Er sindaco e la
giunta con orgojo / jànno fatto 'n invito, er più accorato, / perché Roma, se sà,
vojo o nun vojo /nun po' fa' proprio a meno der papato. / Roma, tu ciài avuto
drento ar petto / la forza pè portà la civirtà. / Quanno Pietro t'ha messo lo
zicchetto / eterna Dio t'ha fatto addiventà. / Accoji allora er Papa Benedetto /
che sale a beneditte e a ringrazià!
Grazie. Abbiamo sentito parlare il cuore romano, che è un cuore di poesia.
È molto bello sentir parlare un po'in romanesco e sentire che la poesia è
profondamente radicata nel cuore romano. Questo forse è un privilegio na-
turale che il Signore ha dato ai romani. È un carisma naturale che precede
quelli ecclesiali.
La sua domanda, se ho capito bene, si compone di due parti. Anzitutto,
cosa è la responsabilità concreta del vescovo di Roma oggi. Ma poi lei estende
giustamente il privilegio petrino a tutta la Chiesa di Roma - cosı̀ era consi-
derato anche nella Chiesa antica - e chiede quali siano gli obblighi della
Chiesa di Roma per rispondere a questa sua vocazione.
Non è necessario sviluppare qui la dottrina del primato, la conoscete tutti
molto bene. Importante è soffermarci sul fatto che realmente il Successore di
Pietro, il ministero di Pietro, garantisce l'universalità della Chiesa, questa
trascendenza di nazionalismi e di altre frontiere che esistono nell'umanità di
oggi, per essere realmente una Chiesa nella diversità e nella ricchezza delle
tante culture.