elevent mentes nostras »,1 subtilissimo ingenio arcana veritatis tam naturalis
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Pour les universités catholiques, les facoultés ecclésiastiques et les établisse-
c) Le diplôme français de licence (180 ECTS) et les diplômes ecclésiasti-
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Acta Benedicti Pp. XVI 41
pandemiche,10 la povertà dei bambini 11 e la crisi alimentare,12 ho dovuto
purtroppo tornare a denunciare l'inaccettabile corsa ad accrescere gli arma-
menti. Da una parte si celebra la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uo-
mo, e dall'altra si aumentano le spese militari, violando la stessa Carta delle
Nazioni Unite, che impegna a ridurle al minimo.13 Inoltre, la globalizzazione
elimina certe barriere, ma può costruirne di nuove,14 perciò bisogna che la
comunità internazionale e i singoli Stati siano sempre vigilanti; bisogna che
non abbassino mai la guardia rispetto ai pericoli di conflitto, anzi, si impe-
gnino a mantenere alto il livello della solidarietà. L'attuale crisi economica
globale va vista in tal senso anche come un banco di prova: siamo pronti a
leggerla, nella sua complessità, quale sfida per il futuro e non solo come
un'emergenza a cui dare risposte di corto respiro? Siamo disposti a fare
insieme una revisione profonda del modello di sviluppo dominante, per cor-
reggerlo in modo concertato e lungimirante? Lo esigono, in realtà, più ancora
che le difficoltà finanziarie immediate, lo stato di salute ecologica del pianeta
e, soprattutto, la crisi culturale e morale, i cui sintomi da tempo sono evidenti
in ogni parte del mondo.
Occorre allora cercare di stabilire un « circolo virtuoso » tra la povertà « da
scegliere » e la povertà « da combattere ». Si apre qui una via feconda di frutti
per il presente e per il futuro dell'umanità, che si potrebbe riassumere cosı̀:
per combattere la povertà iniqua, che opprime tanti uomini e donne e mi-
naccia la pace di tutti, occorre riscoprire la sobrietà e la solidarietà, quali
valori evangelici e al tempo stesso universali. Più in concreto, non si può
combattere efficacemente la miseria, se non si fa quello che scrive san Paolo
ai Corinzi, cioè se non si cerca di « fare uguaglianza », riducendo il dislivello tra
chi spreca il superfluo e chi manca persino del necessario. Ciò comporta scelte
di giustizia e di sobrietà, scelte peraltro obbligate dall'esigenza di ammini-
strare saggiamente le limitate risorse della terra. Quando afferma che Gesù
Cristo ci ha arricchiti « con la sua povertà », san Paolo offre un'indicazione
importante non solo sotto il profilo teologico, ma anche sul piano sociologico.
Non nel senso che la povertà sia un valore in sé, ma perché essa è condizione
per realizzare la solidarietà. Quando Francesco d'Assisi si spoglia dei suoi
10 Ivi, 4. 11 Ivi, 5. 12 Ivi, 7. 13 Cfr. art. 26. 14 Messaggio cit., 8.