ACTA BENEDICTI PP. XVI

 nata matrimonio cum Iosepho Borzęcki se coniunxit. Uxor fuit perdiligens et

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 visibilmente e chiaramente nello stile di vita, nel lavoro e nella preghiera

 NUNTIUS

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 Acta Benedicti Pp. XVI 743

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale744

 Congregatio pro Episcopis 745

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale746

 Diarium Romanae Curiae 747

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale748

 Diarium Romanae Curiae 749

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 Diarium Romanae Curiae 751

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale720

È un gruppo ridotto, poiché presuppone una formazione nella lingua latina,

una formazione in una certa cultura. Ma avere per queste persone l'amore e la

tolleranza di permettere loro di vivere con questa liturgia, sembra un'esigen-

za normale della fede e della pastorale di un Vescovo della nostra Chiesa. Non

c'è alcuna opposizione tra la liturgia rinnovata del Concilio Vaticano II e

questa liturgia.

Ogni giorno (del Concilio, n.d.r.) i Padri conciliari hanno celebrato la

messa secondo l'antico rito e, al contempo, hanno concepito uno sviluppo

naturale per la liturgia in tutto questo secolo, poiché la liturgia è una realtà

viva che si sviluppa e conserva, nel suo sviluppo, la sua identità. Ci sono

dunque sicuramente accenti diversi, ma comunque un'identità fondamentale

che esclude una contraddizione, un'opposizione tra la liturgia rinnovata e la

liturgia precedente. Credo in ogni caso che vi sia una possibilità di arricchi-

mento da ambedue le parti. Da un lato gli amici dell'antica liturgia possono e

devono conoscere i nuovi santi, i nuovi prefazi della liturgia, ecc. Dall'altra,

la liturgia nuova sottolinea maggiormente la partecipazione comune, ma non

è semplicemente un'assemblea di una certa comunità, ma sempre un atto

della Chiesa universale, in comunione con tutti i credenti di tutti i tempi, e

un atto di adorazione. In tal senso mi sembra che vi sia un mutuo arricchi-

mento, ed è chiaro che la liturgia rinnovata è la liturgia ordinaria del nostro

tempo.

Con che spirito inizia il Suo pellegrinaggio a Lourdes, ed è già stato a

Lourdes?

Sono stato a Lourdes per il Congresso eucaristico internazionale nel 1981,

dopo l'attentato contro il Santo Padre (Giovanni Paolo II, n.d.r.). E il Car-

dinale Gantin era il delegato del Santo Padre. Per me è un bellissimo ricordo.

Il giorno della festa di santa Bernadette è anche il giorno della mia na-

scita. Ed è questo già un motivo per cui mi sento molto vicino alla piccola

santa, a quella ragazzina giovane, pura, umile, con la quale la Madonna ha

parlato.

Incontrare questa realtà, questa presenza della Madonna nel nostro tem-

po, vedere le tracce di quella ragazzina che era amica della Madonna e, d'altro

canto, incontrare la Madonna, sua Madre, è per me un evento importante.

Naturalmente non ci andiamo per trovare miracoli. Io vado a Lourdes per

trovarvi l'amore della Madre, che è la vera guarigione per tutte le malattie,