2 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
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6 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
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48 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
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54 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
56 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
58 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
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64 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
66 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
68 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
70 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
72 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
74 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
76 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
78 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
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82 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
Congregatio de Causis Sanctorum 83
84 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
Congregatio de Causis Sanctorum 85
86 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
Congregatio de Causis Sanctorum 87
88 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
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92 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
Congregatiopro Gentium Evangelizatione 93
94 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
Congregatiopro Gentium Evangelizatione 95
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In questa prospettiva, occorre rilevare che la riforma sarà efficace
solo e unicamente se si attua con uomini " rinnovati" e non semplicemen-
te con "nuovi" uomini.14 Non basta accontentarsi di cambiare il persona-
le, ma occorre portare i membri della Curia a rinnovarsi spiritualmente,
umanamente e professionalmente. La riforma della Curia non si attua in
nessun modo con il cambiamento delle persone - che senz'altro avviene
e avverrà15 - ma con la conversione nelle persone. In realtà, non basta
una formazione permanente, occorre anche e soprattutto una conversione e
una purificazione permanente. Senza un mutamento di mentalità lo sforzo
funzionale risulterebbe vano.16
È per questa ragione che nei due nostri precedenti incontri natalizi mi
sono soffermato, nel 2014, avendo a modello i Padri del deserto, su alcune
"malattie", e nel 2015, partendo dalla parola "misericordia", su una sorta di
catalogo delle virtù necessarie a chi presta servizio in Curia e a tutti colo-
ro che vogliono rendere feconda la loro consacrazione o il loro servizio alla
Chiesa. La ragione di fondo è che, come per tutta la Chiesa, anche nella
Curia il semper reformanda deve trasformarsi in una personale e strutturale
conversione permanente.17
Era necessario parlare di malattie e di cure perché ogni operazione,
per raggiungere il successo, deve essere preceduta da approfondite dia-
gnosi, da accurate analisi e deve essere accompagnata e seguita da precise
prescrizioni.
14 Paolo VI, il 22 febbraio 1975, in occasione del Giubileo della Curia Romana, disse: « Noi siamo la Curia Romana, […] questa nostra coscienza, che vogliamo chiarissima non soltanto nella sua definizione canonica, ma anche nel suo contenuto morale e spirituale, impone a ciascuno di noi un atto penitenziale conforme alla disciplina propria del giubileo, atto che possiamo chiamare di autocritica per verificare, nel segreto dei nostri cuori, se il nostro comportamento corrisponde all'ufficio che ci è affidato. Ci stimola a questo interiore confronto innanzi tutto la coerenza della nostra vita ecclesiale, e poi l'analisi, che tanto la Chiesa, quanto la società fanno sul nostro conto, con esigenza spesso non obiettiva e tanto più severa quanto più rappresentativa è questa nostra posizione, dalla quale dovrebbe sempre irradiare un'esempla- rità ideale […]. Due sentimenti spirituali perciò daranno senso e valore alla nostra celebrazione giubilare: un sentimento di sincera umiltà, che vuol dire verità su noi stessi, dichiarandoci per primi bisognosi della misericordia di Dio » ( Insegnamenti di Paolo VI , XIII [1975], pp. 172-176).
15 In questo senso, il susseguirsi delle generazioni fa parte della vita e guai a noi se pensiamo o se vi- viamo dimenticando questa verità. Quindi, l'alternanza delle persone è normale, necessaria e auspicabile.
16 Benedetto XVI, ispirandosi a una visione di santa Ildegarda di Bingen, durante il suo Discorso alla Curia del 20 dicembre 2010 ricordò che lo stesso volto della Chiesa purtroppo può essere « coperto di polvere » e « il suo vestito strappato ». E per questo ho ricordato a mia volta che la guarigione « è anche frutto della consapevolezza della malattia e della decisione personale e comunitaria di curarsi soppor- tando pazientemente e con perseveranza la cura » ( Discorso alla Curia Romana, 22 dicembre 2014).
17 Si tratta di intendere la riforma come una trasformazione, ossia un mutamento in avanti, un miglioramento: mutare/commutare in melius.