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riconosciamo la continua presenza del suo amore, che sempre di nuovo ci
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Santo Padre - Io penso che la maggioranza dei croati pensa sostanzial-
mente con grande gioia a questo momento in cui si unisce all'unione Europea,
perché è un popolo profondamente europeo. I cardinali sia Šeper, sia Kuharic,
sia Bozanić, mi hanno sempre detto: «Noi non siamo Balcani, ma siamo
Mitteleuropa ». Quindi è un popolo che sta nel centro dell'Europa, della sua
storia e della sua cultura. In questo senso - penso - è logico, giusto e
necessario che entri. Penso anche che il sentimento prevalente sia quello di
gioia, di stare dove storicamente e culturalmente la Croazia è stata sempre.
Naturalmente si può capire anche un certo scetticismo se un popolo numeri-
camente non grande entra in questa Europa già fatta e già costruita. Si può
capire che forse c'è una paura di un burocratismo centralistico troppo forte,
di una cultura razionalistica, che non tiene sufficientemente conto della storia
e della ricchezza della storia e anche della ricchezza della diversità storica. Mi
sembra che proprio questa possa essere anche una missione di questo popolo,
che entra adesso: di rinnovare nell'unità la diversità. L'identità europea è
un'identità propria nella ricchezza delle diverse culture, che convergono nella
fede cristiana, nei grandi valori cristiani. Perché questo sia di nuovo visibile e
efficiente, mi sembra sia proprio anche una missione dei croati che entrano
adesso di rafforzare, contro un certo razionalismo astratto, la storicità delle
nostre culture e la diversità, che è la nostra ricchezza. In questo senso inco-
raggio i croati: il processo di entra in Europa è un processo reciproco di dare e
di ricevere. Anche la Croazia dà con la sua storia, con la sua capacità umana
ed economica, e riceve naturalmente, anche allargando cosı̀ l'orizzonte e
vivendo in questo grande commercio non solo economico, ma soprattutto
anche culturale e spirituale.
Domanda - Molti croati speravano che in occasione del suo viaggio potesse
avvenire la canonizzazione del beato cardinale Stepinac: qual è per lei l'im-
portanza oggi della sua figura?
Santo Padre - Il cardinale era un grande pastore e un grande cristiano e
cosı̀ anche un uomo di un umanesimo esemplare. Io direi che era la sorte del
cardinale Stepinac che ha dovuto vivere in due dittature contrastanti, ma che
erano entrambe antiumaniste: prima il regime ustascia, che sembrava adem-
piere il sogno dell'autonomia e dell'indipendenza, ma in realtà era un'auto-
nomia che era una menzogna perché strumentalizzata da Hitler per i suoi
scopi. Il cardinale Stepinac ha capito molto bene questo e ha difeso l'uma-