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causa del danneggiamento del nemico giustifica ogni forma di crudeltà. Viene
messo fuori gioco tutto ciò che nel diritto internazionale era comunemente
riconosciuto e sanzionato come limite alla violenza. Sappiamo che spesso il
terrorismo è motivato religiosamente e che proprio il carattere religioso degli
attacchi serve come giustificazione per la crudeltà spietata, che crede di poter
accantonare le regole del diritto a motivo del « bene » perseguito. La religione
qui non è a servizio della pace, ma della giustificazione della violenza.
La critica della religione, a partire dall'illuminismo, ha ripetutamente
sostenuto che la religione fosse causa di violenza e con ciò ha fomentato
l'ostilità contro le religioni. Che qui la religione motivi di fatto la violenza
è cosa che, in quanto persone religiose, ci deve preoccupare profondamente.
In un modo più sottile, ma sempre crudele, vediamo la religione come causa
di violenza anche là dove la violenza viene esercitata da difensori di una
religione contro gli altri. I rappresentanti delle religioni convenuti nel 1986
ad Assisi intendevano dire - e noi lo ripetiamo con forza e grande fermezza:
questa non è la vera natura della religione. È invece il suo travisamento e
contribuisce alla sua distruzione. Contro ciò si obietta: ma da dove sapete
quale sia la vera natura della religione? La vostra pretesa non deriva forse dal
fatto che tra voi la forza della religione si è spenta? Ed altri obietteranno: ma
esiste veramente una natura comune della religione, che si esprime in tutte le
religioni ed è pertanto valida per tutte? Queste domande le dobbiamo affron-
tare se vogliamo contrastare in modo realistico e credibile il ricorso alla
violenza per motivi religiosi. Qui si colloca un compito fondamentale del
dialogo interreligioso - un compito che da questo incontro deve essere nuo-
vamente sottolineato. Come cristiano, vorrei dire a questo punto: sı̀, nella
storia anche in nome della fede cristiana si è fatto ricorso alla violenza. Lo
riconosciamo, pieni di vergogna. Ma è assolutamente chiaro che questo è
stato un utilizzo abusivo della fede cristiana, in evidente contrasto con la
sua vera natura. Il Dio in cui noi cristiani crediamo è il Creatore e Padre di
tutti gli uomini, a partire dal quale tutte le persone sono tra loro fratelli e
sorelle e costituiscono un'unica famiglia. La Croce di Cristo è per noi il segno
del Dio che, al posto della violenza, pone il soffrire con l'altro e l'amare con
l'altro. Il suo nome è « Dio dell'amore e della pace ».1 È compito di tutti coloro
che portano una qualche responsabilità per la fede cristiana purificare conti-
nuamente la religione dei cristiani a partire dal suo centro interiore, affinché
1 2 Cor 13, 11.