Anno mdcccxl missionariam eam in Foederatas Civitates Americae Septen-
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salvatore, che è il Cristo Signore ».3 Allora ai pastori accampati sulla col-
lina di Betlemme; oggi a noi, abitanti tutti di questo nostro mondo, l'An-
gelo del Natale ripete: « È nato il Salvatore; è nato per voi! Venite, venite
ad adorarlo! ».
Ma ha ancora valore e significato un « Salvatore » per l'uomo del terzo
millennio? È ancora necessario un « Salvatore » per l'uomo che ha raggiunto
la Luna e Marte e si dispone a conquistare l'universo; per l'uomo che esplora
senza limiti i segreti della natura e riesce a decifrare persino i codici meravi-
gliosi del genoma umano? Ha bisogno di un Salvatore l'uomo che ha inven-
tato la comunicazione interattiva, che naviga nell'oceano virtuale di internet
e, grazie alle più moderne ed avanzate tecnologie massmediali, ha ormai reso
la Terra, questa grande casa comune, un piccolo villaggio globale? Si presenta
come sicuro ed autosufficiente artefice del proprio destino, fabbricatore en-
tusiasta di indiscussi successi quest'uomo del secolo ventunesimo.
Sembra, ma cosı̀ non è. Si muore ancora di fame e di sete, di malattia e di
povertà in questo tempo di abbondanza e di consumismo sfrenato. C'è ancora
chi è schiavo, sfruttato e offeso nella sua dignità; chi è vittima dell'odio razziale
e religioso, ed è impedito da intolleranze e discriminazioni, da ingerenze politi-
che e coercizioni fisiche o morali, nella libera professione della propria fede. C'è
chi vede il proprio corpo e quello dei propri cari, specialmente bambini, mar-
toriato dall'uso delle armi, dal terrorismo e da ogni genere di violenza in
un'epoca in cui tutti invocano e proclamano il progresso, la solidarietà e la
pace per tutti. E che dire di chi, privo di speranza, è costretto a lasciare la
propria casa e la propria patria per cercare altrove condizioni di vita degne
dell'uomo? Che fare per aiutare chi è ingannato da facili profeti di felicità, chi è
fragile nelle relazioni e incapace di assumere stabili responsabilità per il proprio
presente e per il proprio futuro, si trova a camminare nel tunnel della solitudine
e finisce spesso schiavo dell'alcool o della droga? Che pensare di chi sceglie la
morte credendo di inneggiare alla vita?
Come non sentire che proprio dal fondo di questa umanità gaudente e
disperata si leva un'invocazione straziante di aiuto? È Natale: oggi entra nel
mondo « la luce vera, quella che illumina ogni uomo ».4 « Il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi »,5 proclama l'evangelista Giovanni. Oggi,
3 Lc 2, 11. 4 Gv 1, 9. 5 Ibid., 1, 14.