Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale162
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et constantia perseveravit, ut omni ope ac studio in proximum spem instillaret,
Congregatio de Causis Sanctorum 219
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Congregatio de Causis Sanctorum 221
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Congregatio de Causis Sanctorum 229
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Congregatio de Causis Sanctorum 249
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Acta Benedicti Pp. XVI 203
NUNTII
I
Recurrente XVII Internationali Die Infirmis dicato
Cari fratelli e sorelle,
la Giornata Mondiale del Malato, che ricorre il prossimo 11 febbraio,
memoria liturgica della Beata Maria Vergine di Lourdes, vedrà le Comunità
diocesane riunirsi con i propri Vescovi in momenti di preghiera, per riflettere
e decidere iniziative di sensibilizzazione circa la realtà della sofferenza. L'An-
no Paolino, che stiamo celebrando, offre l'occasione propizia per soffermarsi a
meditare con l'apostolo Paolo sul fatto che, « come abbondano le sofferenze
del Cristo in noi, cosı̀ per mezzo di Cristo abbonda anche la nostra consola-
zione ».1 Il collegamento spirituale con Lourdes richiama inoltre alla mente la
materna sollecitudine della Madre di Gesù per i fratelli del suo Figlio « ancora
peregrinanti e posti in mezzo a pericoli e affanni, fino a che non siano condotti
nella patria beata ».2
Quest'anno la nostra attenzione si volge particolarmente ai bambini, le
creature più deboli e indifese e, tra questi, ai bambini malati e sofferenti. Ci
sono piccoli esseri umani che portano nel corpo le conseguenze di malattie
invalidanti, ed altri che lottano con mali oggi ancora inguaribili nonostante il
progresso della medicina e l'assistenza di validi ricercatori e professionisti
della salute. Ci sono bambini feriti nel corpo e nell'anima a seguito di conflitti
e guerre, ed altri vittime innocenti dell'odio di insensate persone adulte. Ci
sono ragazzi « di strada », privati del calore di una famiglia ed abbandonati a
se stessi, e minori profanati da gente abietta che ne viola l'innocenza, provo-
cando in loro una piaga psicologica che li segnerà per il resto della vita. Non
possiamo poi dimenticare l'incalcolabile numero dei minori che muoiono a
causa della sete, della fame, della carenza di assistenza sanitaria, come pure i
piccoli esuli e profughi dalla propria terra con i loro genitori alla ricerca di
migliori condizioni di vita. Da tutti questi bambini si leva un silenzioso grido
di dolore che interpella la nostra coscienza di uomini e di credenti.
1 2 Cor 1, 5. 2 Lumen gentium, 62.