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riconosciamo la continua presenza del suo amore, che sempre di nuovo ci
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partecipazione dei Rappresentanti delle altre Chiese e Comunità cristiane,
come pure delle religioni ebraica e musulmana, contribuisce a ricordare che
la religione non è una realtà a parte rispetto alla società: è invece una sua
componente connaturale, che costantemente richiama la dimensione vertica-
le, l'ascolto di Dio come condizione per la ricerca del bene comune, della
giustizia e della riconciliazione nella verità. La religione mette l'uomo in
relazione con Dio, Creatore e Padre di tutti, e deve quindi essere una forza
di pace. Le religioni devono sempre purificarsi secondo questa loro vera
essenza per corrispondere alla loro genuina missione.
E qui vorrei introdurre il tema centrale della mia breve riflessione: quello
della coscienza. Esso è trasversale rispetto ai differenti campi che vi vedono
impegnati ed è fondamentale per una società libera e giusta, sia a livello
nazionale che sovranazionale. Penso, naturalmente all'Europa, di cui la Croa-
zia è da sempre parte sul piano storico-culturale, mentre sta per entrarvi su
quello politico-istituzionale. Ebbene, le grandi conquiste dell'età moderna,
cioè il riconoscimento e la garanzia della libertà di coscienza, dei diritti uma-
ni, della libertà della scienza e, quindi, di una società libera, sono da confer-
mare e da sviluppare mantenendo però aperte la razionalità e la libertà al loro
fondamento trascendente, per evitare che tali conquiste si auto-cancellino,
come purtroppo dobbiamo constatare in non pochi casi. La qualità della vita
sociale e civile, la qualità della democrazia dipendono in buona parte da
questo punto « critico » che è la coscienza, da come la si intende e da quanto
si investe sulla sua formazione. Se la coscienza, secondo il prevalente pensiero
moderno, viene ridotta all'ambito del soggettivo, in cui si relegano la religio-
ne e la morale, la crisi dell'occidente non ha rimedio e l'Europa è destinata
all'involuzione. Se invece la coscienza viene riscoperta quale luogo dell'ascol-
to della verità e del bene, luogo della responsabilità davanti a Dio e ai fratelli
in umanità - che è la forza contro ogni dittatura - allora c'è speranza per
il futuro.
Sono grato al Prof. Zurak perché ha ricordato le radici cristiane di nume-
rose istituzioni culturali e scientifiche di questo Paese, come del resto è av-
venuto in tutto il continente europeo. Ricordare queste origini è necessario,
anche per la verità storica, ed è importante saper leggere in profondità tali
radici, perché possano animare anche l'oggi. Decisivo, cioè, è cogliere il dina-
mismo che sta dentro l'avvenimento - per esempio - della nascita di un'u-
niversità, o di un movimento artistico, o di un ospedale. Occorre comprendere
il perché e il come ciò sia avvenuto, per valorizzare nell'oggi tale dinamismo,