dell'itinerario quaresimale, ma ci indica pure gli strumenti ascetici e pratici
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pregato, che abbiamo avuto l'incontro con Cristo, è che siamo « per gli altri ».
lontano da loro e quindi non posso dare indicazioni molto concrete - che il
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Per adempiere tale compito dobbiamo anzitutto radicare in noi stessi
questo messaggio di salvezza e lasciare che ci trasformi profondamente.
Non possiamo predicare il perdono e la riconciliazione agli altri, se non ne
siamo personalmente penetrati. Se è vero che nel nostro ministero ci sono vari
modi e strumenti per comunicare ai fratelli l'amore misericordioso di Dio, è
però nella celebrazione di questo Sacramento che possiamo farlo nella forma
più completa ed eminente. Cristo ci ha scelti, cari sacerdoti, per essere i soli a
poter perdonare i peccati in suo nome: si tratta allora di uno specifico servizio
ecclesiale al quale dobbiamo dare la priorità.
Quante persone in difficoltà cercano il conforto e la consolazione di Cristo!
Quanti penitenti trovano nella confessione la pace e la gioia che rincorrevano
da tempo! Come non riconoscere che anche in questa nostra epoca, segnata da
tante sfide religiose e sociali, vada riscoperto e riproposto questo Sacramen-
to? Cari fratelli, seguiamo l'esempio dei santi, in particolare di coloro che,
come voi, si dedicavano quasi esclusivamente al ministero del confessionale.
Tra gli altri, san Giovanni Maria Vianney, san Leopoldo Mandić, e più vicino
a noi, san Pio da Pietrelcina. Siano essi ad aiutarvi dal cielo perché sappiate
dispensare abbondantemente la misericordia e il perdono di Cristo. Vi ottenga
Maria, Rifugio dei peccatori, la forza, l'incoraggiamento e la speranza per
continuare generosamente questa vostra indispensabile missione. Io vi assi-
curo di cuore la mia preghiera, mentre con affetto tutti vi benedico.
VI
Ad sacrorum alumnos Seminarii Romani Maioris.*
Gregorpaolo Stano, Diocesi di Oria (1º Filosofia)
1. Santità, il nostro è il primo dei due anni dedicati al discernimento, durante
il quale siamo impegnati a scrutare nel profondo la nostra persona. È un eserci-
zio faticoso, per noi, perché il linguaggio di Dio è speciale e solo chi è attento può
coglierlo tra le mille voci che risuonano dentro di noi. Le chiediamo dunque di
* Die 19 Februarii 2007.
Testus colloquii inter Benedictum XVI et sacrorum alumnos.