elevent mentes nostras »,1 subtilissimo ingenio arcana veritatis tam naturalis
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Pour les universités catholiques, les facoultés ecclésiastiques et les établisse-
c) Le diplôme français de licence (180 ECTS) et les diplômes ecclésiasti-
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Cancelliere, il Cardinale Zenon Grocholewski, e lo ringrazio per le parole con
le quali si è fatto cortese interprete dei comuni sentimenti. Saluto il Rettore,
il Corpo docente, i collaboratori e gli studenti. L'odierno gradito incontro mi
offre l'opportunità di manifestare vivo apprezzamento per la preziosa e fe-
conda attività culturale, letteraria ed accademica che svolge il vostro Istituto
a servizio della Chiesa e, più in generale, della cultura.
So infatti che, negli ambiti tradizionali dell'archeologia, sono di notevole
rilevanza scientifica i corsi ordinari e di specializzazione mediante i quali il
vostro Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana si propone di far conoscere i
monumenti paleocristiani soprattutto di Roma, con ampi riferimenti alle
altre regioni dell'Orbis christianus antiquus. Anche la «Rivista » e l'attività
scientifica di docenti ed ex alunni, nonché la promozione di Congressi inter-
nazionali mira, nei vostri intendimenti, a venire incontro alle attese di quanti
hanno a cuore la conoscenza e lo studio delle ricche memorie storiche della
comunità cristiana. Precipuo scopo del vostro Istituto è proprio lo studio
delle vestigia della vita ecclesiale lungo i secoli. Voi offrite l'opportunità, a
chi sceglie questa disciplina, di inoltrarsi in una realtà complessa, quella
appunto della Chiesa dei primi secoli, per « comprendere » il passato renden-
dolo presente agli uomini di oggi. « Comprendere » per voi è come immedesi-
marvi con il passato che emerge attraverso gli ambiti tipici dell'archeologia
cristiana: l'iconografia, l'architettura, l'epigrafia e la topografia. Quando si
tratta di descrivere la storia della Chiesa, che è « segno e strumento dell'inti-
ma unione con Dio e dell'unità di tutto il genere umano »,1 la paziente ricerca
dell'archeologo non può prescindere dal penetrare pure le realtà soprannatu-
rali, senza tuttavia rinunciare all'analisi rigorosa dei reperti archeologici.
In effetti, come a voi è ben noto, non è possibile una completa visione
della realtà di una comunità cristiana, antica o recente che essa sia, se non si
tiene conto che la Chiesa è composta di un elemento umano e di un elemento
divino. Cristo, il suo Signore, abita in essa e l'ha voluta come « comunità di
fede, di speranza, di carità, quale organismo visibile, attraverso il quale
diffonde per tutti la verità e la grazia ».2 In questa pre-comprensione teolo-
gica, il criterio di fondo non può che essere quello di lasciarsi conquistare
dalla verità ricercata nelle sue autentiche fonti, con un animo sgombro da
passioni e pregiudizi, essendo l'archeologia cristiana una scienza storica, e
come tale basata sullo studio metodico delle fonti.
1 LG 1. 2 LG 8.