Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale370
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale372
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale374
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale376
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale378
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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale382
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale384
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale386
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale388
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale390
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale392
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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale404
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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale418
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Congregatio pro Doctrina Fidei 421
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale422
Congregatio pro Doctrina Fidei 423
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale424
Congregatio pro Doctrina Fidei 425
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale426
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Congregatio pro Doctrina Fidei 433
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die 25 Iunii. - Cathedrali Ecclesiae Villaricensi Spiritus Sancti,
Acta Benedicti Pp. XVI 415
profondamente: è Cristo stesso che ogni giorno, nei poveri, ci chiede di essere
sfamato e dissetato, visitato negli ospedali e nelle carceri, accolto e vestito.
L'Eucaristia celebrata ci impone e al tempo stesso ci rende capaci di diven-
tare, a nostra volta, pane spezzato per i fratelli, venendo incontro alle loro
esigenze e donando noi stessi. Per questo una celebrazione eucaristica che non
conduce ad incontrare gli uomini lı̀ dove essi vivono, lavorano e soffrono, per
portare loro l'amore di Dio, non manifesta la verità che racchiude. Per essere
fedeli al mistero che si celebra sugli altari dobbiamo, come ci esorta l'apostolo
Paolo, offrire i nostri corpi, noi stessi, in sacrificio spirituale gradito a Dio 14
in quelle circostanze che richiedono di far morire il nostro io e costituiscono il
nostro « altare » quotidiano. I gesti di condivisione creano comunione, rinno-
vano il tessuto delle relazioni interpersonali, improntandole alla gratuità e al
dono, e permettono la costruzione della civiltà dell'amore. In un tempo come
il presente di crisi economica e sociale, siamo solidali con coloro che vivono
nell'indigenza per offrire a tutti la speranza di un domani migliore e degno
dell'uomo. Se realmente vivremo come discepoli del Dio-Carità, aiuteremo gli
abitanti di Roma a scoprirsi fratelli e figli dell'unico Padre.
La natura stessa dell'amore richiede scelte di vita definitive e irrevocabili.
Mi rivolgo in particolare a voi, carissimi giovani: non abbiate paura di sce-
gliere l'amore come la regola suprema della vita. Non abbiate paura di amare
Cristo nel sacerdozio e, se nel cuore avvertite la chiamata del Signore, segui-
telo in questa straordinaria avventura di amore, abbandonandovi con fiducia
a Lui! Non abbiate paura di formare famiglie cristiane che vivono l'amore
fedele, indissolubile e aperto alla vita! Testimoniate che l'amore, cosı̀ come lo
ha vissuto Cristo e lo insegna il Magistero della Chiesa, non toglie nulla alla
nostra felicità, ma al contrario dona quella gioia profonda che Cristo ha
promesso ai suoi discepoli.
La Vergine Maria accompagni con la sua materna intercessione il cammi-
no della nostra Chiesa di Roma. Maria, che in modo del tutto singolare visse
la comunione con Dio e il sacrificio del proprio Figlio sul Calvario, ci ottenga
di vivere sempre più intensamente, piamente e consapevolmente il mistero
dell'Eucaristia, per annunciare con la parola e la vita l'amore che Dio nutre
per ogni uomo. Cari amici, vi assicuro la mia preghiera e imparto di cuore a
tutti voi la Benedizione Apostolica. Grazie.
14 Cfr. Rm 12, 1.