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riconosciamo la continua presenza del suo amore, che sempre di nuovo ci
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stati barbaramente uccisi nei campi di sterminio. E stato - come voi dite -
il Porrájmos, il « Grande Divoramento », un dramma ancora poco riconosciuto
e di cui si misurano a fatica le proporzioni, ma che le vostre famiglie portano
impresso nel cuore. Durante la mia visita al campo di concentramento di
Auschwitz-Birkenau, il 28 maggio 2006, ho pregato per le vittime della per-
secuzione e mi sono inchinato di fronte alla lapide in lingua romanes, che
ricorda i vostri caduti. La coscienza europea non può dimenticare tanto
dolore! Mai più il vostro popolo sia oggetto di vessazioni, di rifiuto e di
disprezzo! Da parte vostra, ricercate sempre la giustizia, la legalità, la ricon-
ciliazione e sforzatevi di non essere mai causa della sofferenza altrui!
Oggi, grazie a Dio, la situazione sta cambiando: nuove opportunità si
aprono davanti a voi, mentre state acquistando nuova consapevolezza. Nel
tempo avete creato una cultura dalle espressioni significative, come la musica
e il canto, che hanno arricchito l'Europa. Molte etnie non sono più nomadi,
ma cercano stabilità con nuove aspettative di fronte alla vita. La Chiesa
cammina con voi e vi invita a vivere secondo le impegnative esigenze del
Vangelo confidando nella forza di Cristo, verso un futuro migliore. Anche
l'Europa, che riduce le frontiere e considera ricchezza la diversità dei popoli
e delle culture, vi offre nuove possibilità. Vi invito, cari amici, a scrivere
insieme una nuova pagina di storia per il vostro popolo e per l'Europa! La
ricerca di alloggi e lavoro dignitosi e di istruzione per i figli sono le basi su cui
costruire quell'integrazione da cui trarrete beneficio voi e l'intera società.
Date anche voi la vostra fattiva e leale collaborazione, affinché le vostre
famiglie si collochino degnamente nel tessuto civile europeo! Numerosi tra
voi sono i bambini e i giovani che desiderano istruirsi e vivere con gli altri e
come gli altri. A loro guardo con particolare affetto, convinto che i vostri figli
hanno diritto a una vita migliore. Sia il loro bene la vostra più grande aspi-
razione! Custodite la dignità e il valore delle vostre famiglie, piccole Chiese
domestiche, perché siano vere scuole di umanità.2 Le istituzioni, da parte
loro, si adoperino per accompagnare adeguatamente questo cammino.
Infine, anche voi siete chiamati a partecipare attivamente alla missione
evangelizzatrice della Chiesa, promuovendo l'attività pastorale nelle vostre
comunità. La presenza tra di voi di sacerdoti, diaconi e persone consacrate,
che appartengono alle vostre etnie, è dono di Dio e segno positivo del dialogo
delle Chiese locali con il vostro popolo, che occorre sostenere e sviluppare.
2 Cfr. Gaudium et spes, 52.