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Acta Francisci Pp. 477
pegna ad una riorganizzazione che, valorizzando quanto nella storia si è sviluppato all'interno dell'assetto della comunicazione della Sede Apostoli- ca, proceda decisamente verso un'integrazione e gestione unitaria. Per tali motivi - proseguivo -, ho ritenuto che tutte le realtà, che, in diversi modi fino ad oggi si sono occupate della comunicazione, vengano accorpate in un nuovo Dicastero della Curia Romana, che sarà denominato Segreteria per la Comunicazione. In tal modo il sistema comunicativo della Santa Sede risponderà sempre meglio alle esigenze della missione della Chiesa ».
Questo nuovo sistema comunicativo nasce dall'esigenza della cosiddetta "convergenza digitale". Infatti, nel passato ogni modalità comunicativa aveva i propri canali. Ogni forma espressiva aveva un proprio medium: le parole scritte il giornale o i libri, le immagini le fotografie e quelle in movimento il cinema e la televisione, le parole parlate e la musica la radio e i CD. Tutte queste forme di comunicazione oggi sono trasmesse con un unico codice che sfrutta il sistema binario. In questo quadro, dunque, "L'Osservatore Roma- no", che dal prossimo anno entrerà a far parte del nuovo Dicastero, dovrà trovare una modalità nuova e diversa, per poter raggiungere un numero di lettori superiore a quello che riesce a realizzare in formato cartaceo. Anche la Radio Vaticana, da anni diventata un insieme di portali, va ripensata secondo modelli nuovi e adeguata alle moderne tecnologie e alle esigenze dei nostri contemporanei. A proposito del servizio radiofonico, mi preme sottolineare lo sforzo che il Dicastero sta compiendo nei confronti dei Pae- si con poca disponibilità tecnologica (penso ad esempio all'Africa) per la razionalizzazione delle Onde Corte che non sono state mai dismesse. E questo voglio sottolinearlo: non sono state mai dismesse. Tra qualche mese anche la Libreria Editrice Vaticana, l'antica Tipografia Poliglotta Vaticana e, come dicevo, "L'Osservatore Romano" entreranno a far parte della grande comunità di lavoro del nuovo Dicastero, e questo richiederà la disponibilità ad armonizzarsi con un nuovo disegno produttivo e distributivo. Il lavoro è grande; la sfida è grande, ma si può fare, si deve fare.
La storia è, indubbiamente, un patrimonio di esperienze preziose da conservare e da usare come spinta verso il futuro. Diversamente essa si ridurrebbe a un museo, interessante e bello da visitare, ma non in grado di fornire forza e coraggio per il proseguimento del cammino.
In questo orizzonte di costruzione di un nuovo sistema comunicativo, va collocato inoltre l'impegnativo sforzo di formazione e di aggiornamento
del personale.