dell'itinerario quaresimale, ma ci indica pure gli strumenti ascetici e pratici
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pregato, che abbiamo avuto l'incontro con Cristo, è che siamo « per gli altri ».
lontano da loro e quindi non posso dare indicazioni molto concrete - che il
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avanti. Il Signore mi ha aiutato ad arrivare fino al sı̀ del sacerdozio, un sı̀ che
mi ha accompagnato ogni giorno della mia vita ».
Gianpiero Savino, Arcidiocesi di Taranto (1º Teologia)
3. Allo sguardo dei più, noi possiamo apparire come dei giovani che dicono
con fermezza e coraggiosamente il loro sı̀ e lasciano tutto per seguire il Signore;
ma noi sappiamo di essere ben lontani da una vera coerenza con quel sı̀. In
confidenza di figli, le confessiamo la parzialità della nostra risposta alla chia-
mata di Gesù e la fatica quotidiana nel vivere una vocazione che sentiamo por-
tarci sulla via della definitività e della totalità. Come fare a rispondere ad una
vocazione cosı̀ esigente come quella di pastori del popolo santo di Dio, avvertendo
costantemente la nostra debolezza e incoerenza?
« È bene riconoscere la propria debolezza, perché cosı̀ sappiamo che ab-
biamo bisogno della grazia del Signore. Il Signore ci consola. Nel collegio degli
Apostoli non c'era solo Giuda, ma anche gli Apostoli buoni, e tuttavia Pietro
è caduto e tante volte il Signore rimprovera la lentezza, la chiusura del cuore
degli Apostoli, la poca fede che avevano. Quindi ci dimostra che nessuno di
noi è semplicemente all'altezza di questo grande sı̀, all'altezza di celebrare « in
persona Christi », di vivere coerentemente in questo contesto, di essere unito a
Cristo nella sua missione di sacerdote.
Il Signore ci ha donato anche, per la nostra consolazione, queste parabole
della rete con pesci buoni e non buoni, del campo dove cresce il grano ma
anche la zizzania. Egli ci fa sapere di essere venuto proprio per aiutarci nella
nostra debolezza, di non essere venuto, come Egli dice, per chiamare i giusti,
quelli che pretendono di essere già completamente giusti, di non aver bisogno
della grazia, quelli che pregano lodando se stessi, ma di essere venuto a
chiamare quelli che sanno di essere manchevoli, a provocare quelli che sanno
di aver bisogno ogni giorno del perdono del Signore, della sua grazia per
andare avanti.
Questo mi sembra molto importante: riconoscere che abbiamo bisogno di
una conversione permanente, non siamo mai semplicemente arrivati. Sant'Ago-
stino, nel momento della conversione, pensava di essere arrivato sulle alture
ormai della vita con Dio, della bellezza del sole che è la sua Parola. Poi ha
dovuto capire che anche il cammino dopo la conversione rimane un cammino