dell'itinerario quaresimale, ma ci indica pure gli strumenti ascetici e pratici
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pregato, che abbiamo avuto l'incontro con Cristo, è che siamo « per gli altri ».
lontano da loro e quindi non posso dare indicazioni molto concrete - che il
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di conversione, che rimane un cammino dove non mancano le grandi prospet-
tive, le gioie, le luci del Signore, ma dove anche non mancano valli oscure,
dove dobbiamo andare avanti con fiducia appoggiandoci alla bontà del Si-
gnore.
E perciò è importante anche il sacramento della Riconciliazione. Non è
giusto pensare che dovremmo vivere cosı̀ da non aver mai bisogno di perdono.
Accettare la nostra fragilità, ma rimanere in cammino, non arrenderci ma
andare avanti e, mediante il sacramento della Riconciliazione, sempre di
nuovo convertirci per un nuovo inizio e cosı̀ crescere, maturare per il Signore,
nella nostra comunione con Lui.
È importante, naturalmente, anche non isolarsi, non pensare di poter
andare avanti da soli. Abbiamo proprio bisogno della compagnia di sacerdoti
amici, anche di laici amici, che ci accompagnano, ci aiutano. Per un sacerdote
è molto importante, proprio nella parrocchia, vedere come la gente abbia
fiducia in lui e sperimentare con la loro fiducia anche la loro generosità nel
perdonare le sue debolezze. I veri amici ci sfidano e ci aiutano ad essere fedeli
in questo cammino. Mi sembra che questo atteggiamento di pazienza, di
umiltà ci possa aiutare ad essere buoni con gli altri, ad avere comprensione
per le debolezze degli altri, ad aiutarli, anche loro, al perdonare come noi
perdoniamo.
Penso di non essere indiscreto se dico che oggi ho ricevuto una bella
lettera del Cardinale Martini: gli avevo espresso felicitazioni per il suo ottan-
tesimo compleanno - siamo coetanei; nel ringraziarmi mi ha scritto: ringra-
zio soprattutto il Signore per il dono della perseveranza. Oggi - egli scrive -
anche il bene si fa piuttosto ad tempus, ad experimentum. Il bene, secondo la
sua essenza, si può solo fare in modo definitivo; ma per farlo in modo defini-
tivo, abbiamo bisogno della grazia della perseveranza; prego ogni giorno
- egli concludeva - perché il Signore mi dia questa grazia.
Ritorno a Sant'Agostino: lui era inizialmente contento con la grazia della
conversione; poi scoprı̀ che c'è bisogno di un'altra grazia, la grazia della
perseveranza, che dobbiamo ogni giorno chiedere al Signore; ma come - ri-
torno a quanto dice il Cardinale Martini - « finora il Signore mi ha donato
questa grazia della perseveranza; me la darà, spero, anche per questa ultima
tappa del mio cammino su questa terra ». Mi sembra che dobbiamo aver
fiducia in questo dono della perseveranza, ma che dobbiamo anche con tena-