elevent mentes nostras »,1 subtilissimo ingenio arcana veritatis tam naturalis
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Pour les universités catholiques, les facoultés ecclésiastiques et les établisse-
c) Le diplôme français de licence (180 ECTS) et les diplômes ecclésiasti-
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Acta Benedicti Pp. XVI 53
1. C'è innanzitutto l'affermazione che ci viene incontro dall'inizio del
racconto della creazione: vi si parla dello Spirito creatore che aleggia sulle
acque, crea il mondo e continuamente lo rinnova. La fede nello Spirito crea-
tore è un contenuto essenziale del Credo cristiano. Il dato che la materia porta
in sé una struttura matematica, è piena di spirito, è il fondamento sul quale
poggiano le moderne scienze della natura. Solo perché la materia è struttu-
rata in modo intelligente, il nostro spirito è in grado di interpretarla e di
attivamente rimodellarla. Il fatto che questa struttura intelligente proviene
dallo stesso Spirito creatore che ha donato lo spirito anche a noi, comporta
insieme un compito e una responsabilità. Nella fede circa la creazione sta il
fondamento ultimo della nostra responsabilità verso la terra. Essa non è
semplicemente nostra proprietà che possiamo sfruttare secondo i nostri inte-
ressi e desideri. È piuttosto dono del Creatore che ne ha disegnato gli ordi-
namenti intrinseci e con ciò ci ha dato i segnali orientativi a cui attenerci
come amministratori della sua creazione. Il fatto che la terra, il cosmo, ri-
specchino lo Spirito creatore, significa pure che le loro strutture razionali che,
al di là dell'ordine matematico, nell'esperimento diventano quasi palpabili,
portano in sé anche un orientamento etico. Lo Spirito che li ha plasmati, è più
che matematica - è il Bene in persona che, mediante il linguaggio della
creazione, ci indica la strada della vita retta.
Poiché la fede nel Creatore è una parte essenziale del Credo cristiano, la
Chiesa non può e non deve limitarsi a trasmettere ai suoi fedeli soltanto il
messaggio della salvezza. Essa ha una responsabilità per il creato e deve far
valere questa responsabilità anche in pubblico. E facendolo deve difendere
non solo la terra, l'acqua e l'aria come doni della creazione appartenenti a
tutti. Deve proteggere anche l'uomo contro la distruzione di se stesso. È
necessario che ci sia qualcosa come una ecologia dell'uomo, intesa nel senso
giusto. Non è una metafisica superata, se la Chiesa parla della natura del-
l'essere umano come uomo e donna e chiede che quest'ordine della creazione
venga rispettato. Qui si tratta di fatto della fede nel Creatore e dell'ascolto
del linguaggio della creazione, il cui disprezzo sarebbe un'autodistruzione
dell'uomo e quindi una distruzione dell'opera stessa di Dio. Ciò che spesso
viene espresso ed inteso con il termine gender, si risolve in definitiva nella
autoemancipazione dell'uomo dal creato e dal Creatore. L'uomo vuole farsi
da solo e disporre sempre ed esclusivamente da solo ciò che lo riguarda. Ma in
questo modo vive contro la verità, vive contro lo Spirito creatore. Le foreste
tropicali meritano, sı̀, la nostra protezione, ma non la merita meno l'uomo