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Acta Francisci Pp. 49
vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori
a se stesso. Ciascuno non cerchi l'interesse proprio, ma anche quello degli
altri » ( Fil 2, 1-4). È la malattia che ci porta a essere uomini e donne falsi e
a vivere un falso « misticismo » e un falso « quietismo ». Lo stesso San Paolo
li definisce « nemici della Croce di Cristo » perché « si vantano di ciò di cui
dovrebbero vergognarsi e non pensano che alle cose della terra » ( Fil 3, 19).
8. La malattia della schizofrenia esistenziale. È la malattia di coloro
che vivono una doppia vita, frutto dell'ipocrisia tipica del mediocre e del
progressivo vuoto spirituale che lauree o titoli accademici non possono
colmare. Una malattia che colpisce spesso coloro che, abbandonando il
sevizio pastorale, si limitano alle faccende burocratiche, perdendo così il
contatto con la realtà, con le persone concrete. Creano così un loro mondo
parallelo, dove mettono da parte tutto ciò che insegnano severamente agli
altri e iniziano a vivere una vita nascosta e sovente dissoluta. La conver-
sione è alquanto urgente e indispensabile per questa gravissima malattia
(cfr Lc 15, 11-32).
9. La malattia delle chiacchiere, delle mormorazioni e dei pettegolezzi.
Di questa malattia ho già parlato tante volte ma mai abbastanza. È una
malattia grave, che inizia semplicemente, magari solo per fare due chiac-
chiere e si impadronisce della persona facendola diventare « seminatrice di
zizzania » (come satana), e in tanti casi « omicida a sangue freddo » della
fama dei propri colleghi e confratelli. È la malattia delle persone vigliacche
che non avendo il coraggio di parlare direttamente parlano dietro le spalle.
San Paolo ci ammonisce: « Fate tutto senza mormorare e senza esitare, per
essere irreprensibili e puri » ( Fil 2, 14-18). Fratelli, guardiamoci dal terro-
rismo delle chiacchiere!
10. La malattia di divinizzare i capi: è la malattia di coloro che corteg-
giano i Superiori, sperando di ottenere la loro benevolenza. Sono vittime
del carrierismo e dell'opportunismo, onorano le persone e non Dio (cfr Mt
23, 8-12). Sono persone che vivono il servizio pensando unicamente a ciò
che devono ottenere e non a quello che devono dare. Persone meschine,
infelici e ispirate solo dal proprio fatale egoismo (cfr Gal 5, 16-25). Ques-
ta malattia potrebbe colpire anche i Superiori quando corteggiano alcuni
loro collaboratori per ottenere la loro sottomissione, lealtà e dipendenza
psicologica, ma il risultato finale è una vera complicità.