dell'itinerario quaresimale, ma ci indica pure gli strumenti ascetici e pratici
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pregato, che abbiamo avuto l'incontro con Cristo, è che siamo « per gli altri ».
lontano da loro e quindi non posso dare indicazioni molto concrete - che il
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possiamo capire che sı̀, ho trovato la vera perla, tutto il resto non conta, tutto
il resto è importante solo nella misura in cui l'amore del Signore mi attribui-
sce queste cose. Io sono ricco, sono realmente ricco e in alto se sto in questo
amore. Trovare qui il centro della vita, la ricchezza. Poi lasciamoci guidare,
lasciamo alla Provvidenza di decidere che cosa farà con noi.
Mi viene qui in mente una piccola storia di Santa Bakhita, questa bella
Santa africana, che era schiava in Sudan, poi in Italia ha trovato la fede, si è
fatta suora e quando era già anziana il Vescovo faceva visita al suo mona-
stero, nella sua casa religiosa e non la conosceva; vide questa piccola, già
curva, suora africana e disse a Bakhita: «Ma che cosa fa Lei, sorella? »; la
Bakhita rispose: « Io faccio La stessa cosa che Lei, Eccellenza ». Il Vescovo
stupito chiese: «Ma che cosa? » e Bakhita rispose: «Ma Eccellenza, noi due
vogliamo fare la stessa cosa, fare la volontà di Dio ».
Mi sembra una risposta bellissima, il Vescovo e la piccola suora, che quasi
non poteva più lavorare, facevano, in posizioni diverse, la stessa cosa, cerca-
vano di fare la volontà di Dio e cosı̀ erano al posto giusto.
Mi viene anche in mente una parola di Sant'Agostino che dice: Noi siamo
tutti sempre solo discepoli di Cristo e la sua cattedra sta più in alto, perché
questa cattedra è la croce e solo questa altezza è la vera altezza, la comunione
col Signore, anche nella sua passione. Mi sembra che, se cominciamo a capire
questo, in una vita di preghiera ogni giorno, in una vita di dedizione, per il
servizio del Signore, possiamo liberarci da queste tentazioni molto umane.
Francesco Annesi, Diocesi di Roma (3º Teologia)
5. Santità, dalla Lettera Apostolica « Salvifici doloris » di Giovanni Paolo II
emerge chiaramente quanto la sofferenza sia fonte di ricchezza spirituale per tutti
coloro che la accolgono in unione alle sofferenze di Cristo. Come, oggi, in un
mondo che cerca ogni mezzo lecito o illecito per eliminare qualsiasi forma di
dolore, il sacerdote può essere testimone del senso cristiano della sofferenza e
come deve comportarsi dinanzi a chi soffre senza rischiare di essere retorico o
patetico?
« Sı̀, come fare? Allora, mi sembra che dobbiamo riconoscere che è giusto
fare il possibile per vincere le sofferenze dell'umanità e per aiutare le persone