pro Gentium Evangelizatione subicimus. Praeterea iubemus episcopalem se-
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dimostrarsi « ragionevole »? A questo punto vorrei per il momento solo bre-
vemente rilevare che John Rawls, pur negando a dottrine religiose compren-
sive il carattere della ragione « pubblica », vede tuttavia nella loro ragione
« non pubblica » almeno una ragione che non potrebbe, nel nome di una ra-
zionalità secolaristicamente indurita, essere semplicemente disconosciuta a
coloro che la sostengono. Egli vede un criterio di questa ragionevolezza fra
l'altro nel fatto che simili dottrine derivano da una tradizione responsabile e
motivata, in cui nel corso di lunghi tempi sono state sviluppate argomenta-
zioni sufficientemente buone a sostegno della relativa dottrina. In questa
affermazione mi sembra importante il riconoscimento che l'esperienza e la
dimostrazione nel corso di generazioni, il fondo storico dell'umana sapienza,
sono anche un segno della sua ragionevolezza e del suo perdurante significato.
Di fronte ad una ragione a-storica che cerca di autocostruirsi soltanto in una
razionalità a-storica, la sapienza dell'umanità come tale - la sapienza delle
grandi tradizioni religiose - è da valorizzare come realtà che non si può
impunemente gettare nel cestino della storia delle idee.
Ritorniamo alla domanda di partenza. Il Papa parla come rappresentante
di una comunità credente, nella quale durante i secoli della sua esistenza è
maturata una determinata sapienza della vita; parla come rappresentante di
una comunità che custodisce in sé un tesoro di conoscenza e di esperienza
etiche, che risulta importante per l'intera umanità: in questo senso parla
come rappresentante di una ragione etica.
Ma ora ci si deve chiedere: E che cosa è l'università? Qual è il suo compito?
È una domanda gigantesca alla quale, ancora una volta, posso cercare di
rispondere soltanto in stile quasi telegrafico con qualche osservazione. Penso
si possa dire che la vera, intima origine dell'università stia nella brama di
conoscenza che è propria dell'uomo. Egli vuol sapere che cosa sia tutto ciò che
lo circonda. Vuole verità. In questo senso si può vedere l'interrogarsi di
Socrate come l'impulso dal quale è nata l'università occidentale. Penso ad
esempio - per menzionare soltanto un testo - alla disputa con Eutifrone,
che di fronte a Socrate difende la religione mitica e la sua devozione. A ciò
Socrate contrappone la domanda: « Tu credi che fra gli dei esistano realmente
una guerra vicendevole e terribili inimicizie e combattimenti ... Dobbiamo,
Eutifrone, effettivamente dire che tutto ciò è vero? ».1 In questa domanda
apparentemente poco devota - che, però, in Socrate derivava da una reli-
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