dell'itinerario quaresimale, ma ci indica pure gli strumenti ascetici e pratici
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pregato, che abbiamo avuto l'incontro con Cristo, è che siamo « per gli altri ».
lontano da loro e quindi non posso dare indicazioni molto concrete - che il
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Cristo, come gli Apostoli hanno dovuto imparare a questa scuola, allora
diventiamo anche capaci di aiutare i sofferenti.
È vero che è sempre problematico se uno che sta più o meno in buona
salute o in buone condizioni deve consolare un altro toccato da un grande
male: sia malattia, sia perdita di amore. Davanti a questi mali che conoscia-
mo tutti, quasi inevitabilmente tutto appare come solo retorico e patetico.
Ma, direi, se queste persone possono sentire che noi siamo com-pazienti, che
noi vogliamo portare con loro la Croce in comunione con Cristo, soprattutto
pregando con loro, assistendo anche con un silenzio pieno di simpatia, di
amore, aiutandoli in quanto possiamo, possiamo divenire credibili.
Dobbiamo accettare questo, che forse in un primo momento le nostre
parole appaiano come pure parole. Ma se viviamo realmente in questo spirito
della vera sequela di Gesù, troviamo anche il modo di essere vicini con la
nostra simpatia. Simpatia etimologicamente vuol dire com-passione per l'uo-
mo, aiutandolo, pregando, creando cosı̀ la fiducia che la bontà del Signore
esiste anche nella valle più oscura. Possiamo cosı̀ aprire il cuore per il Vangelo
di Cristo stesso, che è il vero consolatore; aprire il cuore per lo Spirito Santo,
che è chiamato l'altro Consolatore, l'altro Paraclito, che assiste, che è pre-
sente.
Possiamo aprire il cuore non per le nostre parole, ma per il grande inse-
gnamento di Cristo, per il suo essere con noi e cosı̀ aiutare perché la sofferenza
e il dolore diventino realmente grazia di maturazione, di comunione col Cristo
crocefisso e risorto.
Marco Ceccarelli, Diocesi di Roma, diacono
6. Santità, nei prossimi mesi, i miei compagni ed io saremo ordinati preti.
Passeremo dalla vita ben strutturata dalle regole del seminario, alla situazione
ben più articolata delle nostre parrocchie. Quali consigli può darci per vivere al
meglio l'inizio del nostro ministero presbiterale?
«Dunque, qui in seminario avete una vita ben articolata. Io direi, come
primo punto, è importante anche nella vita di pastori della Chiesa, nella vita
quotidiana del sacerdote, conservare, per quanto è possibile, un certo ordine:
che non manchi mai la Messa - senza l'Eucaristia un giorno è incompleto e
perciò cresciamo già nel seminario con questa liturgia quotidiana; mi sembra