dell'itinerario quaresimale, ma ci indica pure gli strumenti ascetici e pratici
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pregato, che abbiamo avuto l'incontro con Cristo, è che siamo « per gli altri ».
lontano da loro e quindi non posso dare indicazioni molto concrete - che il
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stessi giovani imparano ad offrire la propria carne, la vita di ogni giorno
perché sia consegnata al Signore. E imparano a credere, a dire, man mano,
« Sı̀ » al Signore.
Perciò direi, per ritornare alla domanda, che il Santuario come tale, come
luogo di preghiera, di confessione, di celebrazione dell'Eucaristia, è un grande
servizio, nella Chiesa di oggi, per la Diocesi di Roma. Quindi penso che
l'essenziale servizio, del quale Lei, del resto, ha parlato in modo concreto, è
proprio quello di offrirsi come luogo di preghiera, di vita sacramentale e di
vita di carità realizzata. Lei, se ho capito bene, ha parlato di quattro dimen-
sioni della preghiera. La prima è quella personale. E qui Maria ci mostra la
strada. San Luca ci dice due volte che la Vergine « serbava tutte queste cose
meditandole nel suo cuore ».1 Era una persona in colloquio con Dio, con la
Parola di Dio, e anche con gli avvenimenti tramite i quali Dio parlava con
Lei. Il «Magnificat » è un « tessuto » fatto di parole della Sacra Scrittura e ci
mostra come Maria abbia vissuto in un colloquio permanente con la Parola di
Dio e, cosı̀, con Dio stesso. Naturalmente, poi, nella vita insieme con il Si-
gnore, è stata sempre in colloquio con Cristo, con il Figlio di Dio e con il Dio
trinitario. Quindi impariamo da Maria a parlare personalmente con il Signo-
re, ponderando e conservando nella nostra vita e nel nostro cuore le parole di
Dio, perché diventino nutrimento vero per ciascuno. Cosı̀ Maria ci guida in
una scuola di preghiera, in un contatto personale e profondo con Dio.
La seconda dimensione della quale Lei ha parlato è la preghiera liturgica.
Nella Liturgia il Signore ci insegna a pregare, prima dandoci la sua Parola,
poi introducendoci nella Preghiera eucaristica alla comunione con il suo mi-
stero di vita, di Croce e di Risurrezione. San Paolo ha detto una volta che
« nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare »: 2 noi non sappia-
mo come pregare, cosa dire a Dio. Perciò Dio ci ha dato le parole della
preghiera, sia nel Salterio, sia nelle grandi preghiere della sacra Liturgia,
sia proprio nella Liturgia eucaristica stessa. Qui ci insegna a pregare. Noi
entriamo nella preghiera formatasi nei secoli sotto l'ispirazione dello Spirito
Santo e ci uniamo al colloquio di Cristo con il Padre. Quindi la Liturgia è
soprattutto preghiera: prima ascolto e poi risposta, sia nel Salmo responso-
1 2, 19; cfr 2, 51. 2 Rm 8, 26.