ACTA BENEDICTI PP. XVI

 dell'itinerario quaresimale, ma ci indica pure gli strumenti ascetici e pratici

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 pregato, che abbiamo avuto l'incontro con Cristo, è che siamo « per gli altri ».

 lontano da loro e quindi non posso dare indicazioni molto concrete - che il

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 Congregatio de Causis Sanctorum 303

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale304

 Congregatio de Causis Sanctorum 305

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale306

 Congregatio pro Episcopis 307

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale308

 Diarium Romanae Curiae 309

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 Diarium Romanae Curiae 311

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stessi giovani imparano ad offrire la propria carne, la vita di ogni giorno

perché sia consegnata al Signore. E imparano a credere, a dire, man mano,

« Sı̀ » al Signore.

Perciò direi, per ritornare alla domanda, che il Santuario come tale, come

luogo di preghiera, di confessione, di celebrazione dell'Eucaristia, è un grande

servizio, nella Chiesa di oggi, per la Diocesi di Roma. Quindi penso che

l'essenziale servizio, del quale Lei, del resto, ha parlato in modo concreto, è

proprio quello di offrirsi come luogo di preghiera, di vita sacramentale e di

vita di carità realizzata. Lei, se ho capito bene, ha parlato di quattro dimen-

sioni della preghiera. La prima è quella personale. E qui Maria ci mostra la

strada. San Luca ci dice due volte che la Vergine « serbava tutte queste cose

meditandole nel suo cuore ».1 Era una persona in colloquio con Dio, con la

Parola di Dio, e anche con gli avvenimenti tramite i quali Dio parlava con

Lei. Il «Magnificat » è un « tessuto » fatto di parole della Sacra Scrittura e ci

mostra come Maria abbia vissuto in un colloquio permanente con la Parola di

Dio e, cosı̀, con Dio stesso. Naturalmente, poi, nella vita insieme con il Si-

gnore, è stata sempre in colloquio con Cristo, con il Figlio di Dio e con il Dio

trinitario. Quindi impariamo da Maria a parlare personalmente con il Signo-

re, ponderando e conservando nella nostra vita e nel nostro cuore le parole di

Dio, perché diventino nutrimento vero per ciascuno. Cosı̀ Maria ci guida in

una scuola di preghiera, in un contatto personale e profondo con Dio.

La seconda dimensione della quale Lei ha parlato è la preghiera liturgica.

Nella Liturgia il Signore ci insegna a pregare, prima dandoci la sua Parola,

poi introducendoci nella Preghiera eucaristica alla comunione con il suo mi-

stero di vita, di Croce e di Risurrezione. San Paolo ha detto una volta che

« nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare »: 2 noi non sappia-

mo come pregare, cosa dire a Dio. Perciò Dio ci ha dato le parole della

preghiera, sia nel Salterio, sia nelle grandi preghiere della sacra Liturgia,

sia proprio nella Liturgia eucaristica stessa. Qui ci insegna a pregare. Noi

entriamo nella preghiera formatasi nei secoli sotto l'ispirazione dello Spirito

Santo e ci uniamo al colloquio di Cristo con il Padre. Quindi la Liturgia è

soprattutto preghiera: prima ascolto e poi risposta, sia nel Salmo responso-

1 2, 19; cfr 2, 51. 2 Rm 8, 26.