dell'itinerario quaresimale, ma ci indica pure gli strumenti ascetici e pratici
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pregato, che abbiamo avuto l'incontro con Cristo, è che siamo « per gli altri ».
lontano da loro e quindi non posso dare indicazioni molto concrete - che il
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riale sia nella preghiera della Chiesa, sia nella grande Preghiera eucaristica.
Noi la celebriamo bene se la celebriamo in atteggiamento « orante », unendoci
al mistero di Cristo e al suo colloquio di Figlio col Padre. Se celebriamo
l'Eucaristia in questo modo, come ascolto prima, poi come risposta, quindi
come preghiera con le parole indicate dallo Spirito Santo, la celebriamo bene.
E la gente viene attirata attraverso la nostra preghiera comune nel novero dei
figli di Dio.
La terza dimensione è quella della pietà popolare. Un importante Docu-
mento della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti
parla di questa pietà popolare e ci indica come « guidarla ». La pietà popolare
è una nostra forza, perché si tratta di preghiere molto radicate nel cuore delle
persone. Anche persone che sono un po' lontane dalla vita della Chiesa e non
hanno grande comprensione della fede sono toccate nel cuore da questa pre-
ghiera. Si deve solo « illuminare » questi gesti, « purificare » questa tradizione
affinché diventi vita attuale della Chiesa.
Poi, l'adorazione eucaristica. Sono molto grato perché sempre più si rin-
nova l'adorazione eucaristica. Durante il Sinodo sull'Eucaristia i Vescovi
hanno parlato molto delle loro esperienze, di come ritorna nuova vita nelle
comunità con questa adorazione, anche notturna, e di come proprio cosı̀
nascono anche nuove vocazioni. Posso dire che fra poco firmerò l'Esortazione
post-sinodale sull'Eucaristia, che sarà poi a disposizione della Chiesa. È un
Documento che si offre proprio alla meditazione. Esso aiuterà sia nella cele-
brazione liturgica, sia nella riflessione personale, sia nella preparazione delle
omelie, sia nella celebrazione dell'Eucaristia. E servirà anche a guidare, illu-
minare e rivitalizzare la pietà popolare.
Infine, Lei ci ha parlato del Santuario come luogo della caritas. Questo mi
sembra molto logico e necessario. Ho riletto poco tempo fa ciò che sant'Ago-
stino dice nel Libro X delle Confessioni: io sono stato tentato e adesso capisco
che era una tentazione di chiudermi nella vita contemplativa, di cercare la
solitudine con Te, Signore; ma tu me lo hai impedito, mi hai tirato fuori e mi
hai fatto sentire la parola di san Paolo: « Cristo è morto per tutti. Cosı̀ noi
dobbiamo morire con Cristo e vivere per tutti »; ho capito che non posso
chiudermi nella contemplazione; Tu sei morto per tutti, quindi devo, con
Te, vivere per tutti e cosı̀ vivere le opere della carità. La vera contemplazione
si dimostra nelle opere della carità. Quindi, il segno che abbiamo veramente