dell'itinerario quaresimale, ma ci indica pure gli strumenti ascetici e pratici
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pregato, che abbiamo avuto l'incontro con Cristo, è che siamo « per gli altri ».
lontano da loro e quindi non posso dare indicazioni molto concrete - che il
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pregato, che abbiamo avuto l'incontro con Cristo, è che siamo « per gli altri ».
Cosı̀ dev'essere un Parroco. E sant'Agostino era un grande Parroco. Egli dice:
nella mia vita io volevo sempre vivere in ascolto della Parola, nella medita-
zione, ma adesso devo - giorno per giorno, ora per ora - stare alla porta,
dove suona sempre il campanello, devo consolare gli afflitti, aiutare i poveri,
ammonire quelli che sono litigiosi, creare pace, e via dicendo. Sant'Agostino
elenca tutto il lavoro di un Parroco, perché in quel tempo il Vescovo era
anche quello che è adesso il Kadi nei Paesi islamici. Per i problemi del diritto
civile, diciamo, egli era il giudice di pace: ha dovuto favorire la pace tra i
litigiosi. Quindi ha vissuto un'esistenza che per lui, uomo contemplativo, è
stata molto difficile. Ma ha capito questa verità: cosı̀ sono con Cristo; essendo
« per gli altri », sono nel Signore crocifisso e risorto.
Questa mi sembra una grande consolazione per i Parroci e per i Vescovi.
Se rimane poco tempo per la contemplazione, essendo « per gli altri » siamo col
Signore. Lei ha parlato degli altri elementi concreti della carità, che sono
molto importanti. Sono anche un segno per la nostra società, in particolare
per i bambini, per gli anziani, per i sofferenti. Quindi penso che Lei, con
queste quattro dimensioni della vita, ci ha dato la risposta alla domanda:
che cosa dobbiamo fare nel nostro Santuario?
Ha parlato poi Don Maurizio Secondo Mirilli, Vicario parrocchiale di Santa
Bernardette Soubirous e addetto al Servizio per la Pastorale Giovanile della
Diocesi, il quale ha sottolineato il compito impegnativo che spetta ai sacerdoti
nella missione di formare alla fede le nuove generazioni. Al Papa Don Maurizio
ha chiesto una parola di guida e di orientamento sul modo di trasmettere ai
giovani la gioia della fede cristiana, soprattutto di fronte alle sfide culturali
odierne, e lo ha sollecitato ad indicare le tematiche prioritarie su cui investire
maggiormente le energie per aiutare i ragazzi e le ragazze ad incontrare concre-
tamente Cristo.
Grazie per il lavoro che svolge per gli adolescenti. Sappiamo che la gio-
ventù dev'essere realmente una priorità del nostro lavoro pastorale, perché
essa vive in un mondo lontano da Dio. Ed è molto difficile trovare in questo
nostro contesto culturale l'incontro con Cristo, la vita cristiana, la vita della
fede. I giovani hanno bisogno di tanto accompagnamento per poter realmen-
te trovare questa strada. Direi - anche se purtroppo io vivo abbastanza
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