nata matrimonio cum Iosepho Borzęcki se coniunxit. Uxor fuit perdiligens et
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visibilmente e chiaramente nello stile di vita, nel lavoro e nella preghiera
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sue funzioni; limiti che a nessun uomo, sia privato sia rivestito di autorità, è
lecito infrangere ».1 È questo il nucleo essenziale dell'insegnamento che il mio
venerato predecessore Paolo VI rivolse ai coniugi e che il Servo di Dio Gio-
vanni Paolo II, a sua volta, ha ribadito in molte occasioni, illuminandone il
fondamento antropologico e morale.
A distanza di 40 anni dalla pubblicazione dell'Enciclica possiamo capire
meglio quanto questa luce sia decisiva per comprendere il grande « sı̀ » che
implica l'amore coniugale. In questa luce, i figli non sono più l'obiettivo di un
progetto umano, ma sono riconosciuti come un autentico dono, da accogliere
con atteggiamento di responsabile generosità verso Dio, sorgente prima della
vita umana. Questo grande « sı̀ » alla bellezza dell'amore comporta certamente
la gratitudine, sia dei genitori nel ricevere il dono di un figlio, sia del figlio
stesso nel sapere che la sua vita ha origine da un amore cosı̀ grande e acco-
gliente.
È vero, d'altronde, che nel cammino della coppia possono verificarsi delle
circostanze gravi che rendono prudente distanziare le nascite dei figli o addi-
rittura sospenderle. Ed è qui che la conoscenza dei ritmi naturali di fertilità
della donna diventa importante per la vita dei coniugi. I metodi di osserva-
zione, che permettono alla coppia di determinare i periodi di fertilità, le
consentono di amministrare quanto il Creatore ha sapientemente iscritto
nella natura umana, senza turbare l'integro significato della donazione ses-
suale. In questo modo i coniugi, rispettando la piena verità del loro amore,
potranno modularne l'espressione in conformità a questi ritmi, senza togliere
nulla alla totalità del dono di sé che l'unione nella carne esprime. Ovviamente
ciò richiede una maturità nell'amore, che non è immediata, ma comporta un
dialogo e un ascolto reciproco e un singolare dominio dell'impulso sessuale in
un cammino di crescita nella virtù.
In questa prospettiva, sapendo che il Congresso si svolge anche per ini-
ziativa dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, mi è pure caro esprimere
particolare apprezzamento per quanto codesta Istituzione universitaria fa a
sostegno dell'Istituto Internazionale Paolo VI di ricerca sulla fertilità e inferti-
lità umana per una procreazione responsabile (ISI), da essa donato al mio
indimenticabile Predecessore, Papa Giovanni Paolo II, volendo in questo
modo offrire una risposta, per cosı̀ dire, istituzionalizzata all'appello rivolto
1 Humanae vitae, 17.