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voci profetiche, richiamando la famiglia umana ad un più profondo apprez-
zamento della bellezza, dell'amore, della cooperazione e della fraternità,
ricordando allo stesso tempo al mondo i rischi delle armi nucleari, le quali
hanno il potenziale di distruggere noi e la civiltà.
La deterrenza nucleare e la minaccia della distruzione reciproca assi-
curata non possono essere la base di un'etica di fraternità e di pacifica
coesistenza tra i popoli e gli Stati. I giovani d'oggi e di domani hanno dirit-
to a molto di più. Hanno il diritto ad un pacifico ordine mondiale, basato
sull'unità della famiglia umana, fondato sul rispetto, sulla cooperazione,
sulla solidarietà e sulla compassione. Il tempo di contrastare la logica della
paura con l'etica della responsabilità è adesso, così da promuovere un clima
di fiducia e di dialogo sincero.
Spendere in armi nucleari dilapida la ricchezza delle nazioni. Dare prio-
rità a simili spese è un errore e uno sperpero di risorse che sarebbero
molto meglio investite nelle aree dello sviluppo umano integrale, dell'edu-
cazione, della salute e della lotta all'estrema povertà. Quando tali risorse
sono dilapidate, i poveri e i deboli che vivono ai margini della società ne
pagano il prezzo.
Il desiderio di pace, di sicurezza e di stabilità è uno dei desideri più
profondi del cuore umano, poiché esso è radicato nel Creatore, che fa
membri della famiglia umana tutti i popoli. Tale aspirazione non può mai
essere soddisfatta soltanto da mezzi militari, e meno che mai dal possesso
di armi nucleari ed altre armi di distruzione di massa. La pace non « può
ridursi unicamente a rendere stabile l'equilibrio delle forze avverse; essa
non è effetto di una dispotica dominazione ».2 La pace deve essere costruita
sulla giustizia, sullo sviluppo socio-economico, sulla libertà, sul rispetto dei
diritti umani fondamentali, sulla partecipazione di tutti agli affari pubblici
e sulla costruzione di fiducia fra i popoli. Papa Paolo VI sintetizzò tutto
questo nella sua Enciclica Populorum progressio: « Lo sviluppo è il nuovo
nome della pace ».3 È nostra responsabilità di prendere azioni concrete che
promuovano la pace e la sicurezza, rimanendo, però, sempre attenti al limite
costituito da approcci a breve termine a problemi di sicurezza nazionale ed
internazionale. Dobbiamo essere profondamente impegnati nel rafforzare
2 Gaudium et spes, 78. 3 N. 76.