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fraternità in nome di Dio e sorga da questa terra, baciata dal sole, l'alba di una civiltà della pace e dell'incontro. Interceda per questo san Francesco di Assisi, che otto secoli fa venne in Egitto e incontrò il Sultano Malik al Kamil.
Terra di alleanze. In Egitto non è sorto solo il sole della sapienza; anche la luce policromatica delle religioni ha illuminato questa terra: qui, lungo i secoli, « le differenze di religione hanno costituito una forma di arricchimento reciproco al servizio dell'unica comunità nazionale ».3 Fedi diverse si sono in- contrate e varie culture si sono mescolate, senza confondersi ma riconoscen- do l'importanza di allearsi per il bene comune. Alleanze di questo tipo sono quanto mai urgenti oggi. Nel parlarne, vorrei utilizzare come simbolo il "Monte dell'Alleanza" che si innalza in questa terra. Il Sinai ci ricorda anzitutto che un'autentica alleanza sulla terra non può prescindere dal Cielo, che l'umanità non può proporsi di incontrarsi in pace escludendo Dio dall'orizzonte, e nem- meno può salire sul monte per impadronirsi di Dio (cfr Es 19, 12).
Si tratta di un messaggio attuale, di fronte all'odierno perdurare di un pe- ricoloso paradosso, per cui da una parte si tende a relegare la religione nella sfera privata, senza riconoscerla come dimensione costitutiva dell'essere umano e della società; dall'altra si confonde, senza opportunamente distinguere, la sfera religiosa e quella politica. Esiste il rischio che la religione venga assorbita dalla gestione di affari temporali e tentata dalle lusinghe di poteri mondani che in realtà la strumentalizzano. In un mondo che ha globalizzato molti strumenti tecnici utili, ma al contempo tanta indifferenza e negligenze, e che corre a una velocità frenetica, difficilmente sostenibile, si avverte la nostalgia delle grandi domande di senso, che le religioni fanno affiorare e che suscitano la memoria delle proprie origini: la vocazione dell'uomo, non fatto per esaurirsi nella pre- carietà degli affari terreni, ma per incamminarsi verso l'Assoluto a cui tende. Per queste ragioni, oggi specialmente, la religione non è un problema ma è parte della soluzione: contro la tentazione di adagiarci in una vita piatta, dove tutto nasce e finisce quaggiù, essa ci ricorda che è necessario elevare l'animo verso l'Alto per imparare a costruire la città degli uomini.
In questo senso, volgendo ancora idealmente lo sguardo al Monte Sinai, vorrei riferirmi a quei comandamenti, là promulgati, prima di essere scritti sulla pietra.4 Al centro delle "dieci parole" risuona, rivolto agli uomini e ai
3 iD., Discorso nella cerimonia di arrivo, Il Cairo, 24 febbraio 2000. 4 « Furono inscritti nel cuore dell'uomo come Legge morale universale, valida in ogni tempo e
in ogni luogo ». Essi offrono la « base autentica per la vita degli individui, delle società e delle nazio- ni; [...] sono l'unico futuro della famiglia umana. Salvano l'uomo dalla forza distruttiva dell'egoismo, dell'odio e della menzogna. Evidenziano tutte le false divinità che lo riducono in schiavitù: l'amore