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Acta Francisci Pp. 67
di accogliere Onesimo, già schiavo dello stesso Filemone e ora diventa-
to cristiano e, quindi, secondo Paolo, meritevole di essere considerato un
fratello. Così scrive l'Apostolo delle genti: « È stato separato da te per un
momento: perché tu lo riavessi per sempre; non più però come schiavo,
ma molto più che schiavo, come fratello carissimo » ( Fm 15-16). Onesimo è
diventato fratello di Filemone diventando cristiano. Così la conversione a
Cristo, l'inizio di una vita di discepolato in Cristo, costituisce una nuova
nascita (cfr 2 Cor 5, 17; 1 Pt 1, 3) che rigenera la fraternità quale vincolo
fondante della vita familiare e basamento della vita sociale.
Nel Libro della Genesi (cfr 1, 27-28) leggiamo che Dio creò l'uomo mas-
chio e femmina e li benedisse, affinché crescessero e si moltiplicassero: Egli
fece di Adamo ed Eva dei genitori, i quali, realizzando la benedizione di Dio
di essere fecondi e moltiplicarsi, generarono la prima fraternità, quella di
Caino e Abele. Caino e Abele sono fratelli, perché provengono dallo stesso
grembo, e perciò hanno la stessa origine, natura e dignità dei loro genitori
creati ad immagine e somiglianza di Dio.
Ma la fraternità esprime anche la molteplicità e la differenza che esiste
tra i fratelli, pur legati per nascita e aventi la stessa natura e la stessa
dignità. In quanto fratelli e sorelle, quindi, tutte le persone sono per natura
in relazione con le altre, dalle quali si differenziano ma con cui condividono
la stessa origine, natura e dignità. È in forza di ciò che la fraternità co-
stituisce la rete di relazioni fondamentali per la costruzione della famiglia
umana creata da Dio.
Purtroppo, tra la prima creazione narrata nel Libro della Genesi e la
nuova nascita in Cristo, che rende i credenti fratelli e sorelle del « primo-
genito tra molti fratelli » ( Rm 8, 29), vi è la realtà negativa del peccato, che
più volte interrompe la fraternità creaturale e continuamente deforma la
bellezza e la nobiltà dell'essere fratelli e sorelle della stessa famiglia umana.
Non soltanto Caino non sopporta suo fratello Abele, ma lo uccide per invidia
commettendo il primo fratricidio. « L'uccisione di Abele da parte di Caino
attesta tragicamente il rigetto radicale della vocazione ad essere fratelli.
La loro vicenda (cfr Gn 4, 1-16) evidenzia il difficile compito a cui tutti gli
uomini sono chiamati, di vivere uniti, prendendosi cura l'uno dell'altro ».2
Anche nella storia della famiglia di Noè e dei suoi figli (cfr Gn 9, 18-27),
è l'empietà di Cam nei confronti del padre Noè che spinge quest'ultimo a
2 Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2014, 2.