Kyaikmayaw, Chaungson, Paung, Beelin et Thaton. Novae ecclesialis com-
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a separação entre irmãos pertencentes à mesma nação, por causa de ideolo-
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gate! Il pressante appello del Signore sottolinea come la preghiera per le
vocazioni debba essere ininterrotta e fiduciosa. Solamente se animata dalla
preghiera infatti, la comunità cristiana può effettivamente « avere maggiore
fede e speranza nella iniziativa divina ».2
La vocazione al sacerdozio e alla vita consacrata costituisce uno speciale
dono divino, che si inserisce nel vasto progetto d'amore e di salvezza che
Iddio ha su ogni uomo e per l'intera umanità. L'apostolo Paolo, che ricordia-
mo in modo speciale durante quest'Anno Paolino nel bimillenario della sua
nascita, scrivendo agli Efesini afferma: «Dio, Padre del Signore nostro Gesù
Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo, in
lui ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati
di fronte a lui nella carità ».3 Nell'universale chiamata alla santità risalta la
peculiare iniziativa di Dio, con cui sceglie alcuni perché seguano più da vicino
il suo Figlio Gesù Cristo, e di lui siano ministri e testimoni privilegiati. Il
divino Maestro chiamò personalmente gli Apostoli « perché stessero con lui e
per mandarli a predicare con il potere di scacciare i demoni »;4 essi, a loro
volta, si sono associati altri discepoli, fedeli collaboratori nel ministero mis-
sionario. E cosı̀, rispondendo alla chiamata del Signore e docili all'azione dello
Spirito Santo, schiere innumerevoli di presbiteri e di persone consacrate, nel
corso dei secoli, si sono poste nella Chiesa a totale servizio del Vangelo.
Rendiamo grazie al Signore che anche oggi continua a convocare operai per
la sua vigna. Se è pur vero che in talune regioni della terra si registra una
preoccupante carenza di presbiteri, e che difficoltà e ostacoli accompagnano il
cammino della Chiesa, ci sorregge l'incrollabile certezza che a guidarla salda-
mente nei sentieri del tempo verso il compimento definitivo del Regno è Lui,
il Signore, che liberamente sceglie e invita alla sua sequela persone di ogni
cultura e di ogni età, secondo gli imperscrutabili disegni del suo amore mise-
ricordioso. Nostro primo dovere è pertanto di mantenere viva, con preghiera
incessante, questa invocazione dell'iniziativa divina nelle famiglie e nelle
parrocchie, nei movimenti e nelle associazioni impegnati nell'apostolato, nelle
comunità religiose e in tutte le articolazioni della vita diocesana. Dobbiamo
pregare perché l'intero popolo cristiano cresca nella fiducia in Dio, persuaso
che il « padrone della messe » non cessa di chiedere ad alcuni di impegnare
liberamente la loro esistenza per collaborare con lui più strettamente nell'o-
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1 Mt 9, 38. 2 Esort. ap. postsinodale Sacramentum caritatis, 26. 3 Ef 1, 3-4. 4 Mc 3, 14-15.