Kyaikmayaw, Chaungson, Paung, Beelin et Thaton. Novae ecclesialis com-
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a separação entre irmãos pertencentes à mesma nação, por causa de ideolo-
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tare in essi un fiducioso abbandono in Cristo che ha dato la vita per noi.
Credere nel Signore ed accettare il suo dono, porta dunque ad affidarsi a Lui
con animo grato aderendo al suo progetto salvifico. Se questo avviene, il
« chiamato » abbandona volentieri tutto e si pone alla scuola del divino Mae-
stro; ha inizio allora un fecondo dialogo tra Dio e l'uomo, un misterioso
incontro tra l'amore del Signore che chiama e la libertà dell'uomo che nel-
l'amore gli risponde, sentendo risuonare nel suo animo le parole di Gesù:
«Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate
e portiate frutto e il vostro frutto rimanga ».10
Questo intreccio d'amore tra l'iniziativa divina e la risposta umana è
presente pure, in maniera mirabile, nella vocazione alla vita consacrata. Ri-
corda il Concilio Vaticano II: « I consigli evangelici della castità consacrata a
Dio, della povertà e dell'obbedienza, essendo fondati sulle parole e sugli
esempi del Signore, e raccomandati dagli Apostoli, dai Padri, dai dottori e
dai pastori della Chiesa, sono un dono divino, che la Chiesa ha ricevuto dal
suo Signore e con la sua grazia sempre conserva ».11 Ancora una volta, è Gesù
il modello esemplare di totale e fiduciosa adesione alla volontà del Padre, a
cui ogni persona consacrata deve guardare. Attratti da iui, fin dai primi secoli
del cristianesimo, molti uomini e donne hanno abbandonato famiglia, posse-
dimenti, ricchezze materiali e tutto quello che umanamente è desiderabile,
per seguire generosamente il Cristo e vivere senza compromessi il suo Vange-
lo, diventato per essi scuola di radicale santità. Anche oggi molti percorrono
questo stesso esigente itinerario di perfezione evangelica, e realizzano la loro
vocazione con la professione dei consigli evangelici. La testimonianza di que-
sti nostri fratelli e sorelle, nei monasteri di vita contemplativa come negli
istituti e nelle congregazioni di vita apostolica, ricorda al popolo di Dio « quel
mistero del Regno di Dio che già opera nella storia, ma attende la sua piena
attuazione nei cieli ».12
Chi può ritenersi degno di accedere al ministero sacerdotale? Chi può
abbracciare la vita consacrata contando solo sulle sue umane risorse? Ancora
una volta, è utile ribadire che la risposta dell'uomo alla chiamata divina,
quando si è consapevoli che è Dio a prendere l'iniziativa ed è ancora lui a
portare a termine il suo progetto salvifico, non si riveste mai del calcolo
timoroso del servo pigro che per paura nascose sotto terra il talento affidato-
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10 Gv 15, 16. 11 Cost. Lumen gentium, 43. 12 Esort. ap. postsinodale Vita consecrata, 1.