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1054 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
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1060 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
1062 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
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1066 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
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1074 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
Congregatio pro Ecclesiis Orientalibus 1075
1076 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
Congregatio pro Ecclesiis Orientalibus 1077
1078 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
Congregatio pro Ecclesiis Orientalibus 1079
1080 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
Congregatio pro Ecclesiis Orientalibus 1081
1082 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
Congregatio de Causis Sanctorum 1083
1084 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
Congregatio de Causis Sanctorum 1085
1086 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
Congregatio de Causis Sanctorum 1087
1088 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
Congregatio pro Episcopis 1089
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ostacolo all'autentico sviluppo, ma siano opportunità per un'autentica cre-
scita umana, sociale e spirituale, rispettando e promuovendo quei valori
che rendono l'uomo sempre più uomo nel giusto rapporto con Dio, con gli
altri e con il creato?
Di fatto, la presenza dei migranti e dei rifugiati interpella seriamente
le diverse società che li accolgono. Esse devono far fronte a fatti nuovi che
possono rivelarsi improvvidi se non sono adeguatamente motivati, gestiti
e regolati. Come fare in modo che l'integrazione diventi vicendevole arric-
chimento, apra positivi percorsi alle comunità e prevenga il rischio della
discriminazione, del razzismo, del nazionalismo estremo o della xenofobia?
La rivelazione biblica incoraggia l'accoglienza dello straniero, motivan-
dola con la certezza che così facendo si aprono le porte a Dio e nel volto
dell'altro si manifestano i tratti di Gesù Cristo. Molte istituzioni, associazioni,
movimenti, gruppi impegnati, organismi diocesani, nazionali e internazionali
sperimentano lo stupore e la gioia della festa dell'incontro, dello scambio e
della solidarietà. Essi hanno riconosciuto la voce di Gesù Cristo: « Ecco, sto
alla porta e busso » ( Ap 3, 20). Eppure non cessano di moltiplicarsi anche i
dibattiti sulle condizioni e sui limiti da porre all'accoglienza, non solo nelle
politiche degli Stati, ma anche in alcune comunità parrocchiali che vedono
minacciata la tranquillità tradizionale.
Di fronte a tali questioni, come può agire la Chiesa se non ispirandosi
all'esempio e alle parole di Gesù Cristo? La risposta del Vangelo è la mi-
sericordia.
In primo luogo, essa è dono di Dio Padre rivelato nel Figlio: la mise-
ricordia ricevuta da Dio, infatti, suscita sentimenti di gioiosa gratitudine
per la speranza che ci ha aperto il mistero della redenzione nel sangue di
Cristo. Essa, poi, alimenta e irrobustisce la solidarietà verso il prossimo
come esigenza di risposta all'amore gratuito di Dio, « che è stato riversato
nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo » ( Rm 5, 5). Del resto, ognuno
di noi è responsabile del suo vicino: siamo custodi dei nostri fratelli e so-
relle, ovunque essi vivano. La cura di buoni contatti personali e la capacità
di superare pregiudizi e paure sono ingredienti essenziali per coltivare la
cultura dell'incontro, dove si è disposti non solo a dare, ma anche a ricevere
dagli altri. L'ospitalità, infatti, vive del dare e del ricevere.