dell'itinerario quaresimale, ma ci indica pure gli strumenti ascetici e pratici
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pregato, che abbiamo avuto l'incontro con Cristo, è che siamo « per gli altri ».
lontano da loro e quindi non posso dare indicazioni molto concrete - che il
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dolesi, come pure a coloro che con ammirazione si ispirano alla figura e
all'opera di questo grande testimone del Vangelo, che fu uno dei protagonisti
della storia ecclesiastica medievale e lo scrittore senza dubbio più fecondo del
secolo XI. La ricorrenza millenaria della sua nascita costituisce un'occasione
quanto mai opportuna per approfondire gli aspetti caratterizzanti della sua
poliedrica personalità di studioso, di eremita, di uomo di Chiesa, ma soprat-
tutto di innamorato di Cristo. Nella sua esistenza san Pier Damiani mostra
una felice sintesi fra la vita eremitica e l'attività pastorale. Come eremita
incarna quella radicalità evangelica e quell'amore senza riserve per Cristo,
tanto felicemente espressi nella Regola di San Benedetto: «Nulla, assoluta-
mente nulla, anteporre all'amore di Cristo ». Come uomo di Chiesa, operò con
lungimirante saggezza compiendo, quando necessario, anche scelte ardite e
coraggiose. Nella tensione fra la vita eremitica e gli impegni ecclesiali, è
racchiusa l'intera sua vicenda umana e spirituale.
San Pier Damiani fu anzitutto un eremita, anzi l'ultimo teorizzatore della
vita eremitica nella Chiesa latina, nel momento stesso in cui si consumava lo
scisma tra Oriente e Occidente. Nell'interessante sua opera intitolata Vita
Beati Romualdi, egli ci ha lasciato uno dei frutti più significativi dell'espe-
rienza monastica della Chiesa indivisa. Per lui la vita eremitica costituisce un
forte richiamo per tutti i cristiani al primato di Cristo e alla sua signoria. È un
invito a scoprire l'amore che Cristo, a partire dal suo rapporto con il Padre,
ha per la Chiesa; amore che a sua volta l'eremita deve nutrire con, per e in
Cristo, nei confronti dell'intero Popolo di Dio. Avvertı̀ cosı̀ forte la presenza
della Chiesa universale nella vita eremitica da scrivere nel trattato ecclesio-
logico, intitolato Dominus vobiscum, che la Chiesa è al tempo stesso una in
tutti e tutta in ciascuno dei suoi membri.
Questo grande Santo eremita fu anche eminente uomo di Chiesa, che si
rese disponibile a muoversi dall'eremo per recarsi dovunque si rendesse ne-
cessaria la sua presenza per mediare fra contendenti, fossero essi ecclesiastici,
monaci o semplici fedeli. Pur radicalmente concentrato sull'unum necessa-
rium, non si sottraeva alle esigenze pratiche che l'amore per la Chiesa gli
imponeva. Era spinto dal desiderio che la comunità ecclesiale si mostrasse
sempre come sposa santa e immacolata, pronta per il suo celeste Sposo, ed
esprimeva con vivace ars oratoria il suo zelo sincero e disinteressato per la
santità della Chiesa. Dopo ogni missione ecclesiastica rientrava però nella