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S. Poenit . Ap. 18 Aprilis 1889. - Dubium quoad usu ras quae videntur immodicae.

Il Vescovo N. N. umilmente sottopone all'autorevole giudizio di V. S. Riña il caso, pur troppo frequente di usura del dieci e dell'oí io per cento che riscuotesi anche dai buoni cristiani, in vista del lucro quasi eguale che sempre con maggiore puntualità si trarrebbe dagli stessi capitali, se fossero sulle nuove banche impiegali. Aggiungasi che il citato per cento si vuol percepire, il più delle volte, anche netto di ricchezza mobile, stante il timore di una gravosa multa cui andar dovrebbe soggetto il creditore, nella facile ipotesi di necessaria pub- blicazione del titolo creditorio per rimborsare le mutuate somme. Ed è per assicurare la pace di coscienza che il sottoscritto implora l'ora- colo di cotesto Tribunale.

R. Cum fructus pecuniae taxare per modum regulae pericolosum sit, Ven. in Christo Pater Episcopus orator in singulis casibus rem de- cernat iuxta praxim communem servatam ab hominibus timoratae con- scientiae respectivis in locis et temporibus.

APPENDIX IL E X H I B E N S A C T A S E D I S A P O S T . ; Q U A E A U T I A M D I U E X A R A T A S U N T

A U T Q U A E T E M P E S T I V O L A T U E R U N T E P H E M E R I D U M

M O D E R A T O R E M .

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S. C. S. Officii 4 iulii 1883.

Dubium de lucro ex mutuo quod exigi tur iux ta legem civilem.

Se nella Gina debbano lasciarsi senza inquietarli i fedeli che nel mutuo percepiscono l'intera tassa civile, ossia tutto l'interesse permesso dalla legge, ovvero, almeno nelle provincie dove generalmente si usa prendere un interesse minore, siano da consigliarsi ed anche da ob- bligarsi a non percepire più di quello che si vuole comunemente, che è in media il 15 per cento.

R. Illos non esse inquietandos qui lucrum percipiunt ex mutuo in ea quantitate quae est a lege permissa, in usu communiter recepta, et a prudentibus ac timoratae conscientiae viris comprobata, dummodo parati sint stare mandatis S. Sedis.